Uno studio rivela la presenza di arteriosclerosi nelle mummie

Nei resti di corpi di tutto il mondo sono state trovate presenze di calcio nelle arterie

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© Samadelli Marco/EURAC

La mummia del Similaum (meglio conosciuta con il nome di Otzi) è stata rivenuta nel 1991 sulle Alpi italiane al confine con l’Austria. La sua morte, di natura violaente, è stata datata al 3300 a.C., in un’età compresa tra i 40 e i 50. Dalle analisi dell’epoca, Otzi risultò essere in perfetta forma al momento della sua scomparsa. Una volta sottoposto ad un tomografia computerizzata, però, son stati rinvenuti depositi di calcio nelle arterie, ch indicavano l’inizio di un’arteriosclerosi. Gli studiosi hanno affermato che una volta raggiunti gli 80 anni, Otzi avrebbe avuto problemi cardiaci. Recentemente una gruppo di studiosi ha esaminato mummie provenienti da tutto il mondo trovando in molte di queste residui di calcio nelle arterie. Un aspetto che avrebbe portato a rivedere la convinzione secondo la quale l’arteriosclerosi sia il frutto di abitudini moderne errate. Un aspetto confermato anche dalla comparazione di mummie egizie con abitanti moderni dell’Egitto. Insomma, l’arteriosclerosi è una piaga che colpisce da sempre l’umanità.

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