di Alessandro Moriccioni
Roma, 6 Dicembre 2008
Il luogo è di quelli eccezionali, utilizzato solo per i grandi eventi: il Palazzo dei Congressi all’EUR. Questa sede, costruita come tutto il complesso, che comprende anche il Museo Preistorico Etnografico Luigi Pigorini, durante il ventennio fascista fu fortemente voluta da Benito Mussolini. Presto, tuttavia, questo spazio sarà riqualificato poiché l’enorme complesso architettonico progettato da Massimiliano Fuksas, ora in costruzione, andrà a prendere il posto dell’attuale centro congressi, sede di tante manifestazioni culturali.
Con l’invito gentilmente offertomi dall’editore e scrittore Vasile Droj, mi sono avventurato attraverso una specie di portale magico che come un vero stargate mi ha catapultato in quella costellazione infinita, e scarsamente nota, che è la piccola e media editoria quasi sempre esclusa dai grandi circuiti della distribuzione libraria. Insomma per capirci, ho letteralmente viaggiato tra stand con nomi sconosciuti o meno ma quasi sempre impossibili da ritrovare sugli scaffali delle librerie cittadine. Il primo esempio è quello di Felici Editore. Questa piccola casa editrice è stata recentemente protagonista di una pubblicazione davvero indovinata; quella del volume di Marcello Cosci intitolato “Dai Satelliti le Prime Foto della Mitica Atlantide”, libro che coniuga sapientemente mitografia, scansione satellitare e analisi spettrografica delle rilevazioni compiute da Quickbird e Landsat 7. Senza entrare nello specifico posso affermare con certezza che si tratta di un esperimento interessante di archeologia moderna, almeno per quanto riguarda la fase di preparazione allo scavo, operata a Sherbro isola al largo della costa sudoccidentale dell’Africa. Se non si è trattato di un caso editoriale è dovuto solo ed esclusivamente alla scarsa reperibilità di questo volume che Cosci, professore di Fotointerpretazione Archeologica del Dipartimento di Storia delle Arti dell’Università di Siena, ha scritto con grande coraggio e competenza. Un esempio per tutti i futuri archeologi che hanno capito quanto sia importante non lasciare mai il mito fuori dalla porta, come ci ha giustamente ammonito il professor Andrea Carandini, prassi invece da copione per la maggior parte degli storici moderni.
Per ovvie ragioni di spazio gli stand sono piuttosto compressi cosa che rende difficile il passaggio e la sosta per visionare le pubblicazioni esposte. Introducendomi in un dedalo di espositori mai visti, incontro Enzo Valentini, proprietario della casa editrice Penne & Papiri, che dedica la maggior parte dei suoi scritti ai Templari e soprattutto alla loro presenza sul territorio italiano. Valentini, già autore del lodevole studio “I Templari a Civitavecchia e nel Territorio fra Tarquinia e Cerveteri”, di cui abbiamo ampiamente discusso altrove, è un carissimo amico della redazione di Terra Incognita. Tra le sue splendide pubblicazioni, tutte molto curate e sempre estremamente documentate, mi cade l’occhio sul volume “Sigilli Templari” di Loredana Imperio coautrice assieme allo stesso Valentini e Bianca Capone del più noto studio “Guida all’Italia dei Templari” edito da Edizioni Mediterranee.
La Imperio giunge con incredibile puntualità in ausilio a tutti quei ricercatori che mai prima avevano potuto consultare un testo di semplice comprensione sulla questione dei numerosi sigilli utilizzati dai Templari in quasi trecento anni di storia dell’Ordine. Un trattato su simboli ed iscrizioni estremamente valido e godibile. Un gioiello nella sterminata letteratura riguardante i Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone, come esattamente erano chiamati.
Con Valentini parliamo invece del suo libro. La difficile situazione del sito archeologico abbandonato della chiesa templare di S. Giulio nei pressi di Civitavecchia. Lo scrittore mi spiega che la chiesa vera, da lui scoperta, e di cui rimane in piedi solo il fatiscente campanile, potrebbe presto sparire dalla vista a causa di alcuni progetti edilizi che andranno a trasformare radicalmente la zona. La soprintendenza che fa orecchie da mercante alle continue insistenze di Valentini potrebbe ricredersi troppo tardi. Per questo motivo è stato deciso che, in collaborazione con lo stesso Enzo Valentini, sarà prodotto da Terra Incognita un breve audiovisivo che illustri la storia del sito ma anche il degrado al quale questa struttura di enorme importanza è stata condannata.
Saluto calorosamente Enzo Valentini con la promessa di rivederlo presto su queste pagine e mi rituffo nella calca alla ricerca delle Edizioni Universologia.
Si tratta di una piccolissima casa editrice che fa capo ad una curiosa scuola filosofica diretta dal Dottor Vasile Droj che tanto gentilmente mi aveva invitato a questa manifestazione culturale quando ci incontrammo al convegno svoltosi a Villa Maria organizzato dalla redazione di Fenix e dall’amico Adriano Forgione quello stesso mese. Ero rimasto sorpreso, in quell’occasione, dalla ridefinizione semantica che Droj dette della parola ebraica Cabala discutendone con un altro grandissimo autore, il Dottor Roy Doliner autore del fortunatissimo saggio “I Segreti della Sistina”.
Il primo libro che mi salta all’occhio è “Universaloidi”, uno studio incredibile sulle forme circolari complesse, di origine elettromagnetica, che si imprimono su qualsiasi supporto inserito in una telecamera accesa ma privata di qualsiasi fonte di luce. Gli universaloidi, divisi in numerose categorie a seconda della loro complessità di evoluzione, somigliano talmente tanto ai cerchi nel grano ed alle formazioni di cristalli d’acqua sottoposti alle vibrazioni sonore, da far pensare che in qualche modo essi siano vivi. La durata di queste formazioni non ha una media, può infatti variare da pochi secondi a diverse ore, addirittura a parecchi giorni. Droj ha scoperto, senza ombra di dubbio, un mondo fenomenico prima sconosciuto che potrebbe avere grandi ripercussioni sugli studi di fisica e magari di fisica quantistica del futuro.
L’argomento della conferenza che Vasile Droj avrebbe tenuto il giorno seguente verteva sul romanzo iniziatico “Codice Universale”, sua ultima fatica editoriale. In forma romanzata, constato con il testo in mano, si è tentata una decodifica strutturale, proporzionale e geometrica delle opere del grande Leonardo Da Vinci con lo scopo di recuperare il tesoro di conoscenza sepolto dal genio toscano nelle sue ineguagliabili creazioni artistiche. Del resto Droj non è nuovo a rivelazioni che sembrano impossibili e folli ma che infine si rivelano quasi sempre reali. Nel 1995 il Dottor Droj pubblicò un testo singolare dal titolo enigmatico “Il Codice di Pensiero Ancestral Universale”. A dispetto del titolo molto complicato, lo scopo prefissato è semplicissimo. Era possibile, si chiese Droj, scoprire attraverso un bassorilievo egizio antico, le camere interne della Grande Piramide di Cheope a Giza?
Attraverso l’analisi simbolica dell’opera Droj effettivamente scoprì le porte all’interno dei cosiddetti canali di ventilazione della camera del Re e ne presentò la scoperta al Sesto Congresso Mondiale d’Egittologia tenutosi a Torino nel settembre 1991. Qui discusse le proprie tesi, allora ancora assolutamente inedite, a Rudolf Gantenbrink che nel 1993 avrebbe inviato il suo robot Upuaut nel condotto della piramide scoprendo effettivamente che Droj aveva ragione in ciò che affermava. Esistevano camere interrotte da piccole porte. La scoperta fu tuttavia attribuita allo stesso Gantenbrink ed il Dottor Zahi Hawass, capo del Supremo Consiglio per le Antichità Egizie, che aveva assistito Gantenbrink durante le operazioni, interpellato sulla questione non mosse un dito per ristabilire la giusta paternità della scoperta, almeno in linea teorica, come mi ha raccontato lo stesso Droj. Ma il mondo si sa gira sempre in senso inverso e di amarezze simili è piena la carriera di Droj. Romeno di origine ma italianissimo di adozione Droj non si è mai perso d’animo e continua con genialità a persistere nella sua strenua ricerca della verità.
Lascio Droj e mi dirigo al secondo piano della mostra libraria. Qui incontro Alessio Mazza, figlio dell’editore Claudio Mazza della Nuova Ipsa. Alessio, ragazzo simpatico e preparato, appena mi presento mi regala un libro. Resto interdetto ma lui mi rassicura: “ Si tratta di un investimento, è un libro che parla della storia della mia città, Palermo”. Ammetto che di Palermo so meno di niente, certo ovviamente ne ho sentito parlare tanto ma non ci sono mai stato. Lo ringrazio sentitamente per quel dono ed inizio a sfogliare il volume chiedendomi se l’investimento di Mazza fosse o meno azzeccato. Si tratta del libro “Quel Panettone nel Ventre di Palermo” che, a parte il titolo davvero curioso, regala una visione peculiare e piacevolissima dei luoghi e dei personaggi storici della Palermo che va dalla fine del 1400 ad oggi. Scritto egregiamente dal giornalista e storico Vincenzo Prestigiacomo, è un viaggio nei palazzi rinascimentali e settecenteschi della nobiltà palermitana ed una rassegna di eventi che fanno parte ormai della “belle epoque” di cui potremmo citare diversi esempi. Un libro affascinante e godibilissimo che prende subito il lettore e lo conduce dalla prima all’ultima pagina in un crescendo di emozioni sopite ma mai dimenticate di una città che riacquista così il suo autentico splendore e tutta la sua antica dignità. Vi consiglio vivamente di richiederlo visitando il sito della Nuova Ipsa Editore all’indirizzo www.nuovaipsa.it al modico prezzo di 15.00 euro. Non so dire se Alessio Mazza abbia fatto o meno un buon investimento, io di certo ho avuto la fortuna di leggere uno splendido libro su una città che conoscevo solo di nome.
Infine passando per Ecig, Mediterranee, Leone Verde, Tropea, L’Età dell’Acquario e molte altre giungo presso lo stand sardo di Grafica del Parteolla Edizioni. Il nome della casa editrice non mi dice nulla a prima vista ma vengo catturato dagli splendidi volumi di archeologia sarda che vedo esposti. Libri che farebbero invidia a qualunque pubblicazione universitaria e a case editrici specializzate ma scadenti. Acquisto “Shardana e Filistei in Italia – Nuove Architetture in Sardegna alla Fine dell’Età del Bronzo Finale (XII – XI Secolo a.C.)” un titolo importante opera di Massimo Rassu un ingegnere civile appassionato di architettura sarda antica. Mentre lo sfoglio vengo a sapere che il giorno prima il giornalista Sergio Frau autore di “Le Colonne d’Ercole, un’Inchiesta”, altra conoscenza di Terra Incognita, è stato qui. Dentro di me penso a quanto l’archeologia sarda sia cresciuta negli ultimi anni, a quanto l’interesse verso gli enigmatici nuraghi si sia moltiplicato e sorrido alla prospettiva che un domani l’intera archeologia italiana possa davvero decollare. Un discorso già fatto con l’amico Adriano Forgione altro amante dei misteri dell’archeologia nostrana, che ancora sono innumerevoli.
Esco dalla fiera sfogliando il bel libro di Rassu dalla copertina rossa con gli Shardana, il popolo sardo del mare, in bella vista e sono molto soddisfatto. Ci vorrebbe una catena di librerie specializzata solo in questi piccoli marchi. Oggi una casa editrice di minime dimensioni può, con uno sforzo non indifferente, soffiare un grande autore al monopolio editoriale come accaduto a Fazi Editore che ha pubblicato l’Entità del nostro amico spagnolo Eric Frattini. Forse, tutti assieme, questi piccoli editori potrebbero espugnare la fortezza eretta in Italia dalle grandi industrie del libro. Forse un giorno non si dovranno ghettizzare in una fiera editori sconosciuti perché esclusi dalla grande distribuzione, con costi assurdi da usura, e costretti a pagare l’affitto salato di stand che portano ben poco profitto e visibilità.
Un ringraziamento sincero da parte di Terra Incognita va a loro, con la speranza che trovare od ordinare il testo di un piccolo editore attraverso una grande catena libraria non risulti mai più impossibile.