Una chiesa probabilmente templare, apre nuove scenari sull’Ordine Cavalleresco più controverso della Storia, i Templari. Ricerca vincitrice del “Premio Nazionale Ricerca nel Mistero 2013″ di Roma
di Federico Sanapo
Brindisi. Una città millenaria. Densa di storia e di mistero. Storia che parte dal Neolitico e arriva fino ai nostri giorni. Una storia che parla di Re, Regine, Imperatori, Scomuniche, Crociate, e che si lega tutta alle vicende del suo bellissimo porto naturale, unico al mondo, decantato da autori classici quali Plinio il Vecchio e Virgilio. Un porto che ha seguito, e tutt’ora segue, le vicende della città, alternando “Eta’ dell’Oro” a momenti di vera decadenza, come quello attuale. In città monumenti quali le Colonne Romane, la Cattedrale romanica dell’anno 1099 (oggi rifatta con schemi settecenteschi dopo il terremoto del 1743), la Chiesa di S. Benedetto ancora più antica di tutte, del 1088, affascinano il visitatore. Ma tra queste, una tra tutte, rimasta per anni nell’oblio generale, senza guide specifiche (se non quelle degli addetti alla custodia del Tempio), è il monumento più visitato della città: la chiesa di San Giovanni al Sepolcro. Particolare, unica, stupenda, misteriosa, affascina i turisti con la sua forma circolare, caratteristica degli Ordini Cavallereschi medioevali. Fondata probabilmente coeva alla cattedrale nel 1099, riproduce fedelmente la Rotonda dell’Anastasis di Gerusalemme voluta da Costantino in Terra Santa. E’ una delle rappresentazioni più fedeli dell’Occidente cristiano. La sua fondazione come ci rivelano i documenti ufficiali, è da attribuire ai Cavalieri del Santo Sepolcro, fondato da Goffredo di Buglione a Gerusalemme nel 1099 dopo la presa della Città Santa, ma soprattutto a due personaggi, quali Boemondo d’Altavilla e Tancredi. Normanni quindi. Normanni che fanno di Brindisi, proprio durante e dopo le crociate uno dei loro maggiori scali da e per la Terra Santa; sotto di loro, Brindisi, riprende il suo antico splendore. Proprio per questa sua importanza strategica, da sempre Porta d’Oriente, a Brindisi durante l’età medievale, trovano “posto” tutti gli ordini cavallereschi. Templari, Ospedalieri, Lazzariti, Teutonici, Santo Sepolcro, tutti qui a Brindisi. Radicatissima e forse di vitale importanza per tutto quanto fatto e realizzato a Brindisi, era la presenza ebrea. San Giovanni al Sepolcro, chiesa storica e misteriosa, la sintesi di leggende medievali, pagane e storiche. Un enigma che ha richiesto da parte di studiosi ed esperti anni di lavoro e ricerca. Nonostante l’interesse dimostrato anche del pubblico, per anni gli storici locali hanno snobbato lo studio di questa bellissima chiesa, e ultimamente, l’interesse sta crescendo. La gente è attratta dai suoi simboli, dai suoi codici scolpiti nella pietra e nelle colonne, dalla sua struttura esoterica, insomma attratta dalla storia e dai misteri che questa chiesa racconta. A partire dai portali, tre, ovvero Nord-Est-Ovest, che con l’altare formano un unico disegno: la “croce a otto punte” , precisamente la “Croce delle Otto Beatitudini”, usata dai Cavalieri di Malta
La forma circolare della chiesa appunto, scandita da sedici colonne (otto addossate alle pareti e otto al centro della chiesa), rinvia anche al numero “otto”, simbolo del battezzo e della redenzione. La chiesa difatti fu probabilmente usata come battistero, questa ipotesi al contrario oggi è rifiutata dalla maggior parte degli storici locali, mentre le prove “archeologiche”, attestano l’esatto contrario: il fonte battesimale della chiesa di San Giovanni al Sepolcro a Brindisi è oggi una fontana, o meglio, è posto come contenitore dell’acqua per una fontana nel centro di Brindisi, la fontana De Torres in piazza della Vittoria. Questo potrebbe essere uno dei tanti “misteri” della chiesa di San Giovanni al Sepolcro, che a mio avviso ne nasconde altri, ancora più interessanti e unici. Le ricerche da me condotte all’interno del tempio di San Giovanni al Sepolcro, chiamasi appunto tempio e non “chiesa”, hanno mostrato dei collegamenti con antiche leggende medievali e messo in luce aspetti non presi in considerazione dall’”archeologia” e dalla storia ufficiale. Prima di tutto il portale oggi di ingresso alla chiesa, ove sono posti due leoni stilofori che si guardano tra loro, e già qui la prima stranezza. Nelle chiese medievali, i leoni sono posti di fronte all’osservatore, questi invece si guardano tra di loro, come a volersi tramandare un messaggio. Il messaggio che forse è scolpito sul bellissimo stipite della porta? Analizzando difatti il grande disegno che si snoda nella parte destra e sinistra del portale Ovest, è stato possibile risalire ad una delle leggende più antiche e affascinanti: la leggenda del Santo Graal. Riferimenti specifici, quali la Coppa, l’elefante, le dee pagane della parte sinistra, cacciatori, lottatori, rinviano ad un qualcosa di perduto nel tempo, in maniera precisa evidenziano un retaggio regale, una sorta di dinastia persa nei secoli. Tutto ciò e stato possibile analizzando ogni singolo simbolo della chiesa di San Giovanni al Sepolcro, la decrittazione completa del portale la si può trovare nel libro apposito dal titolo “San Giovanni al Sepolcro: il Segreto dei Templari”, e che sarebbe troppo lungo disquisire in questa sede. Basti che si sappia, che il disegno del portale comincia con una Coppa da cui si diparte un gigantesco Albero della Vita, un disegno molto simile a quello della Cattedrale di San Nicola di Bari e del mosaico della cattedrale di Otranto del presbitero Pantaleone. Anzi forse la stessa scuola di Otranto, come attesta il mosaico della Cattedrale di Brindisi, andato ormai distrutto (ne rimangono pochi frammenti nella stessa), opera appunto a Brindisi negli anni della costruzione della cattedrale e, forse, proprio l’ordine basiliano ordina la costruzione di un mosaico identico a quello di Otranto. Tra l’altro la presenza Basiliana è attestata a Brindisi dalla presenza in epoca medievale di una abbazia basiliana sull’Isola di Sant’Andrea nel porto esterno ove oggi sorge il castello alfonsino. Di questa abbazia se ne possono ammirare i bellissimi resti, dei capitelli e delle colonne, nel cortile del Museo Archeologico Provinciale “Ribezzo” di Brindisi. Il particolare è che c’è proprio una colonna di questa abbazia con due elefanti da cui parte anche qui l’Albero della Vita, la stessa cosa si verifica a San Giovanni al Sepolcro, dove la coppa è posta su un elefante, e da qui parte l’Albero della Vita.
Un altro elemento importante nel portale di San Giovanni si trova nella parte sinistra dello stesso, ove vi sono rappresentate due dee pagane, identificate come Cibele ed una Nereide. Elementi assai strani per una chiesa cristiana. Analizzandone la loro storia e il loro simbolismo è venuto fuori il collegamento con la Grande Madre. Difatti il culto delle Nereidi, confluì in quello delle famose Sirene, esseri dalle sembianze uomo-pesce, e ricordando con ciò proprio la sirena bicaudata del mosaico di Otranto con le due code che lasciano intravedere l’organo genitale. Per tutti i popoli sulla Terra, il culto della Grande Madre è stato importantissimo. Per gli egizi era Iside, Ishtar per i babilonesi, culto femminile che poi è stato soppiantato da quello maschile con l’avvento del Cristianesimo. Ma perché un tale simbolo, un tale significato, scolpito sul portale di una chiesa cristiana? Per i Cristiani difatti la Grande Madre, la Dea, corrisponde alla Vergine Maria, in questo caso c’è però una particolarità. La Dea-Madre ha a che fare con l’acqua. Per gli gnostici cristiani la Dea, dispensatrice di fertilità, era proprio una certa Maria Maddalena, recentemente al centro di cronache rosa che la vogliono sposa di Gesù Cristo. La leggenda di Maddalena difatti si collega all’acqua proprio, poiché essa, ci dice la Leggenda Aurea del Varazze, arrivò in Francia via mare, nei pressi di Saint-Marie de la Mer nella Camargue. Effettivamente, il portale si inserisce in una corrente gnostica, visto i suoi legami con la scuola di Otranto, ed è quindi palese che qualunque cosa avesse voluto dire il costruttore del portale e del mosaico, dovesse in qualche modo confluire nella cultura del tempo. La storia del Santo Graal e della discendenza reale? E’ questo il segreto del portale di San Giovanni? Un inno al paganesimo? Forse niente di tutto questo, o forse tutto. La cosa che è certa, e non la si può certo mettere in dubbio, e che appena dal suo ingresso, San Giovanni al Sepolcro ci parla di una cultura non cristiana, ma di una cultura pagana. Pensate che Brindisi rimane pagana fino al V secolo d.C., quando l’avvento di un certo Leucio, estirpa il paganesimo dalla città, impiantandovi il Cristianesimo.
Nel tempio di San Giovanni al Sepolcro si è anche avuto modo di scoprire, partendo dal portale oggi di ingresso, la simbologia del “labirinto”, un simbolo che nel medioevo aveva una forte valenza soprattutto per i pellegrini che non si potevano recare in Terra Santa, per effettuare il lungo e pericoloso pellegrinaggio. Il pellegrino difatti, prima di avvicinarsi al fonte battesimale, posto al centro della chiesa, e quindi all’altare, doveva compiere un giro intorno al colonnato della chiesa, e proprio nel punto centrale quasi del labirinto, troviamo il simbolo del Nodo di Salomone, un antico simbolo utilizzato soprattutto dai Cavalieri Templari, per indicare luoghi sacri. La presenza dei Templari a San Giovanni al Sepolcro, è testimoniata anche da un altro simbolo, la Triplice Cinta, posta sulla muratura del portale oggi di ingresso alla chiesa, quello Ovest di cui abbiamo parlato sopra. Questi simboli, si trovano appunto in chiese che sono proprietà dell’Ordine Templare, indi è evidente la loro presenza in questo sito, senza contare che la casa templare di Brindisi, si trovava proprio alle spalle del tempio. Oggi ne rimane solo una croce intrecciata tipica dell’Ordine, in una finestra di una casa provata adiacente al tempio, testimonianza dell’antico ordine templare. Per molto tempo la presenza templare a San Giovanni al Sepolcro è stata scartata a priori, benché in passato storici locali di un certo livello abbiamo davvero menzionato San Giovanni al Sepolcro, come seconda casa dei Templari a Brindisi, la prima, quella ufficiale, si trovava presso la chiesa di San Giorgio del Tempio, oggi distrutta. Gli studiosi moderni, dato ormai lo sciacallaggio che è stato fatto sulla storia dei templari, permettetemi di dire, uccisi per la seconda volta dalla storia e dagli storici, non prendono in considerazione la presenza templare a San Giovanni al Sepolcro. Eppure i simboli parlano chiaro. Cosa ci fa una croce templare incisa sulla muratura di San Giovanni al Sepolcro?
Oltre a questi simboli a San Giovanni abbiamo scoperto, proprio nel giardino del tempio, che sarà aperto a breve, una piramide con occhio onniveggente e una croce posta al di sopra, e una serie di triplici cinte circolari, incisi su tutta la muratura, oltre a Croci di Lorena e svariati simboli. Vi è anche un bellissimo Fiore della Vita, altro simbolo usato dai Templari, proprio sotto il bestiario medievale, inciso sul portale Nord, che anticamente fungeva da accesso principale alla chiesa. Anche per la descrizione del bestiario rimando al libro omonimo su San Giovanni, ove in detto portale appare nuovamente la simbologia legata al Graal e alla Dea. Ma quello che più di tutto ha stupito tutti noi, anche gli addetti del tempio, è stato lo scoprire un codice alfa-numerico inciso su una colonna della chiesa. Quello che ne è venuto fuori, è stato incredibile, a dir poco stupefacente.
Difatti su una colonna della chiesa, quasi vicino all’ingresso si trova uno strano simbolo, una sequenza di numeri 1631, e sotto una specie di croce con otto quadratini, quattro in orizzontale e quattro in verticale. Ai lati della “croce” due lettere A ed M, sotto invece si trova una F. Quindi sequenza 1631 A-M-F. Il numero 1631 credevamo fosse una semplice data, ma la cosa già non convinceva, poiché sequenze simili si riscontrano in quasi ogni chiesa medievale, tipo a Santa Maria a Cerrate, nei pressi di Casalabate (Lecce), distante una trentina di chilometri da Brindisi. Anche qui, vi era un complesso basiliano guarda caso. Guarda caso, sempre a Santa Maria a Cerrate troviamo una sirena bicaudata, tanto per fare un esempio. Questo per dire come le coincidenze siano un po’ troppe per pensare al fortuito caso. Chiese vicine e stessi simboli. Analizzando quindi il numero, effettuando una semplicissima addizione 1+6+3+1, esce fuori il numero 11. Undici: il numero della Conoscenza assoluta dei Templari, formato da 10+1. Non solo: questa sequenza di numeri era indicata anche per esempio dagli ordini cavallereschi, in ispecie i Templari e Ospedalieri, come “Linguaggio della Dea”. E questo l’ho scoperto per caso parlando con degli esperti in materia. Difatti nel bestiario esterno medievale, troviamo nel finale proprio una capra, ovvero un altro simbolo della Dea, la Grande Madre. Sopra a questa figura vi è una formella scalpellata ove altri studiosi hanno rinvenuto l’immagine del Dio Mitra. Il tutto fa capire come ci troviamo di fronte ad un connubio di paganesimo incredibile, e solo i Templari erano impermeati di queste dottrine pagane, dottrine che sicuramente aveva anche l’ordine del Santo Sepolcro. E’ ormai assodati quasi il fatto che i Templari, nel loro “credo” siano stati pervasi anche di esoterismo e paganesimo, cosa assai probabile, se effettivamente sono stati loro a scavare sotto il tempio di Salomone a Gerusalemme, ove si conservavano dei testi di particolare rilevanza per la storia e la religione, soprattutto quella cristiana. Ma quello che più ha stupito è stata l’analisi della lettere. La Cabala ebraica ha dato il seguente risultato: A: il numero 1, la perfezione assoluta, ovvero il cerchio, l’armonia dell’universo, Dio; la lettera M, il numero 40, come Maria, numero 40 a sua volta scomponibile per 8, e quindi ancora, l’ottagono; la lettera F, o numero 6, il numero Aureo. La lettera F corrisponde al numero aureo 1,618. Il codice parla chiaro: la chiesa di San Giovanni al Sepolcro è costruita secondo la legge divina, secondo la perfezione aurea. Con la stessa legge si sono edificate le grandi cattedrali gotiche. Con una speciale lente di ingrandimento, vi sono state trovate altre lettere incise ancora più piccole, il cui risultato è stato eccezionale e che prossimamente vorremmo avere il piacere di pubblicare su queste pagine per i lettori di Terra Incognita. San Giovanni al Sepolcro: una chiesa, un mistero millenario. Simboli, scritte, codici, numeri. Ci troviamo di fronte alla sintesi delle dottrine esoteriche dei Templari, dottrine in possesso sicuramente dei monaci basiliani di Casole, e da qui traportate in tutta la Regione. Non è un caso che anche a Trani, ritroviamo lo stesso mosaico di Otranto, e quasi lo stesso disegno sul portale della cattedrale. Qui a San Giovanni al Sepolcro, nella piccola e affascinante città di Brindisi, si cela qualcosa, che va al di la della storia ufficiale raccontataci. Brindisi, la nuova capitale del Santo Graal? Staremo a vedere. Non ci resta che attendere il verdetto delle prossime scoperte.