Quando Piero della Francesca nascose il Graal nel grembo di Maria

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Dopo “Il Divin Segreto”, documentario dedicato a Dante Alighieri, torna Michele Rossi che ci presenta il suo nuovo lavoro “Piero della Francesca e il Segreto delle Madonne del Parto” realizzato in collaborazione con l’autrice Alice Giorgeschi. Terra Incognita intervista in esclusiva i due autori.

di Redazione

La copertina del dvd

Il nome di Michele Rossi è ormai sinonimo di qualità nel mondo della documentaristica storica italiana. Dall’esperienza acquisita conducendo i programmi online Aspettando Voyager e Orizzonte – Oltre il confine visibile, è ora nuovamente in pista con il suo secondo documentario in DVD. Dopo il successo del film Il Divin Segreto, sulla controversa figura di Dante Alighieri, Rossi ci regala una nuova biografia a cavallo tra storia e mistero; quella di Piero della Francesca.
La casa di produzione Mediaframe presenta proprio in questo periodo il documentario Piero della Francesca e il Segreto delle Madonne del Parto che abbiamo potuto vedere in anteprima, gustando i numerosi interventi tra cui quello dell’amico Ruggero Marino girato presso la nostra redazione romana. Con Michele Rossi, storico dell’arte e nuovo membro di Terra Incognita Magazine, l’autrice Alice Giorgeschi che ha redatto il saggio allegato al DVD e curato parte dei testi del film.
Abbiamo voluto incontrarli per fare loro qualche domanda sull’ultima fatica editoriale a cui abbiamo appena fatto cenno ecco cosa ci hanno risposto.

Intervista congiunta a Michele Rossi e Alice Giorgeschi
TERRA INCOGNITA: Cominciamo parlando di te. Chi è Michele Rossi e come nasce questa passione per il documentario storico?
MICHELE ROSSI: Beh Michele Rossi è un neolaureato in storia dell’arte con la passione per il mistero. La passione per il mistero e la ricerca mi arriva un pò da mia madre che mi invitava a vedere il programma Stargate del vecchio TMC, noto programma dedicato ai misteri della storia, dell’archeologia e del paranormale. Lentamente la passione è aumentata grazie alla mia curiosità, che credo sia l’elemento fondamentale della ricerca, non solo nel mistero, ma anche per tante materie storiche o scientifiche; poi inizia il percorso universitario proiettato nella storia e nella storia dell’arte che fomentano anche la passione per l’architettura e le antiche simbologie fino ad arrivare alle due tesi di laurea, quella triennale e quella specialistica: la prima aveva come argomento le simbologie della Sagrada Familia di Antoni Gaudì paragonate alle architetture gotiche mentre la seconda si spostava nella storia dell’arte medievale per analizzare alcune strutture dell’Ordine del Tempio tra Arezzo e San Gimignano (Si). In parallelo allo sviluppo universitario si sviluppa in me la voglia di rendere più “colorata” la mia passione per le letture sui misteri, così con la mia telecamera e la mia amica Moira iniziamo a realizzare delle piccole clip dedicate a tematiche misteriose che diventeranno sempre più approfondite e di qualità fino a sfociare nella collaborazione (nata per caso) con la casa editrice Mediaframe che mi permetterà di realizzare un prodotto interessante come quello su Dante Alighieri.

TI: Ho visto il tuo primo documentario “Il Divin Segreto” uscito per Mediaframe e l’ho trovato davvero interessante tanto da chiedere l’autorizzazione per poterlo trasmettere nel nostro programma Terra Incognita – Gli Enigmi della Storia, cosa ti ha spinto a scrivere un documentario sul Dante esoterico?
MR: Dante come si sa è lo scrittore italiano più famoso di tutti i tempi, è l’icona dell’italianità nel mondo; spesso però i grandi miti pur essendo conosciuti da tutti non sono conosciuti da nessuno; mi spiego: la grande fama che accompagna Dante e la grande popolarità delle sue opere ha in parte offuscato quella che è la sua storia e i suoi elementi biografici magari lasciati in disparte perchè non vi è motivo di approfondire, secondo alcuni. A mio avviso per capire la popolarità di un personaggio occorre scavare a fondo nella sua vita e così facendo ho potuto scoprire numerose controversie riguardanti la sua data di nascita, il suo VERO nome, le sue reali fattezze e il mistero delle sue spoglie. Poi vi è anche la fama che avvolge opere come la Divina Commedia che le rende intoccabili, perché studiarci ancora se è già così acclamata? A mio avviso perché si crede di rovinarne la fama se la si vede sotto gli occhi dell’esoterista; attenzione, io non ho voluto fare il ricercatore di simbologie a tutti i costi ma alcune di esse sono così palesi nella Divina Commedia da non poter essere ignorate. Perciò io mi sono concentrato su Dante perché credo gli debba ancora essere riconosciuta una sfera che non è solo quella a cui fino ad oggi si è fatto riferimento, ma una sfera ancora più profonda e sentita.

TI: Per quanto riguarda il tuo nuovo documentario su Piero della Francesca in uscita in questi giorni: cosa puoi anticiparci?
MR: Si tratta di un prodotto molto diverso da quello su Dante; è un qualcosa di maggiormente sentito essendo io originario di Sansepolcro, paese natale di Piero della Francesca. Si tratta di un documentario completo a mio avviso su questo grande artista, completo ma non banale perchè pur trattando il grande fascino artistico di Piero non ne tralascio gli aspetti umani e soprattutto quelli simbolici molto forti nei suoi lavori riferiti soprattutto alla tradizione iconografica della Madonna del Parto ancora oggi di origine incerta.

TI: Alice, una domanda per te. Quello che viene presentato insieme al documentario di Michele Rossi è un estratto dalla tua tesi di laurea. Come nasce l’idea d Parlare di Piero della Francesca e come mai questo grande amore per questo illustre artista?
ALICE GIORGESCHI: La scelta di svolgere la mia tesi su Piero è stata dettata della necessità di combinare il piano di studi con un argomento sempre attuale e al tempo stesso vicino alla cultura paesana e sentito da tutti; e pensando a Sansepolcro non si può non pensare a Piero della Francesca. Mi sono avvicinata a lui con le nozioni base, un po’ intimidita, da appassionata, ma giorno per giorno, Piero mi ha accompagnata alla scoperta della storia della sua vita, dei suoi capolavori più belli e più importanti, mi ha aiutato a comprendere ogni aspetto della sua esistenza conosciuta che prima ignoravo, e ho imparato a conoscerlo, a stimarlo ed ad apprezzare ancora di più la sua arte e la sua essenza, il suo pensiero. E’ staro un cammino verso la conoscenza dell’arte e di questo enigmatico artista.

TI: Quale segreto si cela dietro i capolavori di Piero?
MR: Un segreto profondamente cristiano come potrete vedere ma a riguardo non voglio dirvi altro, lo scoprirete nella parte finale del dvd. Le opere comunque più sentite e controverse sono “La Flagellazione” conservata da Urbino e “La Madonna del Parto” conservata a Monterchi. Entrambe hanno forti segreti alle spalle, la prima ha un significato forse politico mentre la seconda un segreto esoterico-religioso che poi potrete approfondire. Le Madonne del Parto in se sono un vero e proprio mistero perché compaiono dal nulla senza dei precedenti evidenti e per questo c’è chi ipotizza si tratti di un icona dell’Ordine Templare…

TI: Come è nata la collaborazione e l’amicizia con Michele Rossi?
AG: Io e Michele ci siamo incontrati qualche anno fa all’università, tramite amici comuni. Ed è stato in questo ambiente stimolante che ci siamo conosciuti meglio ed abbiamo scoperto di avere un sacco di passioni in comune, di interessarci degli stessi argomenti, e di divertirci molto nel viaggiare ma soprattutto nell’imparare. Da questo ad una collaborazione effettiva, il passo è stato breve: dopo poco siamo diventati compagni di viaggio, sia in Italia sia all’esterno per le visitare ogni luogo che per la storia avesse un significato particolare, e con alti e bassi, ogni esperienza è stata istruttiva e piacevole e unica nel suo genere.

TI: Quali sono gli esperti intervistati in questo tuo nuovo lavoro?
MR: In questo documentario posso dire di aver scelto il meglio: all’interno non ci sono solo alcuni tra i massimi esperti e studiosi del mondo di Piero ma anche alcuni ricercatori che propongono per la prima volta, in esclusiva, le loro teorie sulle sue opere. Tra i tanti vi cito Frank Dabell, uno dei più informati e massimi storici dell’arte sull’argomento oppure James Banker, grande storico che si è basato su dati d’archivio per ricostruire la vita (dove possibile) del grande artista di Sansepolcro. Si può citare anche la dott.ssa Paola Refice, presidente della Fondazione Piero della Francesca che ha sede nella casa di Sansepolcro dove Piero ha vissuto. Vi sono poi numerosi studiosi “di confine” se così li possiamo chiamare che presentano possibili contatti tra le Madonne del Parto (una delle più suggestive è di Piero) e i Templari (Renzo Manetti) e simbologie forse riferite alla scoperta dell’America (Ruggero Marino). Infine mi preme evidenziare come nel dvd venga presentata in anteprima esclusiva la ricerca del noto studioso Alfredo Barbagallo che mette in relazione la storia del Graal alla Madonna del Parto e alla Maria Maddalena di Piero della Francesca.

TI: Prima Dante poi Piero della Francesca, c’è qualche collegamento tra i due?
MR: Premetto che adoro le biografie e adoro ricostruire le vite di illustri personaggi. Le strutture narrative dei due documentari sono simili perché tento di porre le domande base per approfondirne la conoscenza: quando sono nati? Com’era il loro volto? Perché si chiamavano così? Ecc…domande legittime, anche perché proprio a riguardo le ipotesi si sprecano. E’ difficile accomunare i due personaggi anche perché vivono in tempi molto distanti l’uno dall’altro anche se di estremo interesse storico: da una parte Dante si ritrova in mezzo al confronto tra Guelfi e Ghibellini e nel pieno del processo ai Templari mentre Piero vive nel periodo di massimo splendore artistico della nostra storia, il Rinascimento e muore proprio il giorno della scoperta dell’America da parte di Colombo. L’unica cosa che forse li può collegare è la CULTURA. Entrambi erano menti di spicco nelle loro epoche e riuscivano a sovrastare l’ignoranza che invece vagava tra la gente comune riuscendo a gestire le loro conoscenze in maniera mirata ed equilibrata celando tutto nelle loro opere.

TI:  Alice, se tu potessi definire Piero con un solo aggettivo che lo caratterizzi pienamente quale useresti e perché?
AG: Definire Piero con un solo aggettivo è riduttivo e credo impossibile, ma se proprio dovessi scegliere, preferirei “Genio”; questa è la parola che riuscirebbe a racchiudere il suo essere e il suo sapere. Era un genio nella pittura, riunendo più stili in uno, e con i suoi colori brillanti e i suoi volti apatici , non ha mai temuto di osare qualcosa di nuovo; era un genio nella geometria e nella matematica, esprimendo le sue attitudini nelle forme geometriche e delle proporzioni delle sue opere; ed era un genio della prospettiva, che attraverso i suoi studi su questo argomento e’ riuscito ad aprire la strada ed ad influenzare le generazioni future di pittori e studiosi.

TI: Cosa vorresti che restasse agli spettatori del tuo documentario su Piero della Francesca?
MR: Mi piacerebbe sicuramente rimanesse l’UOMO Piero della Francesca, il grande matematico, il grande artista, il grande ricercatore geometrico. Mi piacerebbe la gente capisse la mentalità di quest’uomo che pur avendo lavorato tutta la sua vita realizzando alcune delle opere più belle della storia dell’arte si è ritrovato solo, cieco e morente nella sua casa a Sansepolcro. Un uomo che pur essendo stato di grande spessore oggi non ha una tomba dove poterlo piangere e onorare. E’ giusto esaminare le teorie simboliche sulle sue opere che restano la priorità degli studiosi ma io voglio si focalizzi la mentalità di un uomo che si è costruito da solo tanto da essere ricordato ancora oggi, un uomo che si è costruito un monumento eterno. Inoltre spero in una riflessione profonda offerta dall’icona della Madonna del Parto che come vedrete offre un’interpretazione che non è assolutamente eretica ma profondamente cristiana come del resto tutte le opere di Piero della Francesca.

TI: Nel tuo saggio si fa riferimento ad un’opera controversa non citata all’interno del dvd, la Città Ideale, spesso attribuita a Piero; tu cosa ne pensi dopo le tue ricerche?
AG: La città ideale è un’opera controversa per l’attribuzione del suo autore. Numerosi accostamenti sono stati fatti nel corso degli anni, tra cui ricordo Leon Battista Alberti, architetto che ha avuto modo di influenzare particolarmente Piero della Francesca. La mia opinione in merito è che Piero avrebbe potuto dipingere tale opera : infatti il quadro, definibile un inno alla perfezione e alla prospettiva, rappresenta vivamente l’essenza della genialità dell’artista, la sua dedizione verso la geometria e la razionalità, le sue profonde conoscenze dell’architettura.

TI: Quali difficoltà hai incontrato durante la realizzazione di questo secondo documentario?
MR: Beh difficoltà devo dire nessuna anche se ho dovuto rincorrere per tre mesi la presidente della Fondazione a causa dei suoi impegni che non mi permettevano di realizzare la nostra intervista. Più che difficoltà c’è stato il piacere di conoscere e condividere le teorie e le parole di ricercatori di grande disponibilità e di grande profondità intellettuale come Duccio Alessandri che ha saputo illustrarmi il profondo significato dei volti delle donne di Piero con una delicatezza e con una cultura straordinarie. Oppure la grande disponibilità di Alfredo Barbagallo o Frank Dabell che hanno aperto le loro menti e i loro cuori per raccontare la grande forza delle opere pierfrancescane.

TI: Che risposta hai avuto dal pubblico nei confronti del tuo primo documentario sul Dante esoterico?
MR: Il documentario è piaciuto anche se non ha raggiunto i risultati che ci aspettavamo io e la Mediaframe. Le vendite sono state limitate ma ho avuto la soddisfazione di vedere la pubblicità al dvd su giornali come Fenix o sul vostro sito Terra Incognita. Diciamo che come primo prodotto per è me è andato più che bene e non escludo che nel prossimo futuro rimetteremo le mani nel prodotto per approfondirlo e riproporlo in vesti nuove.

TI: Puoi raccontarci un aneddoto legato alle riprese di questo audiovisivo su Piero della Francesca?
MR: Beh aneddoti non ce ne sono anche perché ciò che ho girato è stato tutto ripreso nel mio paese, Sansepolcro, piccolo centro nella provincia di Arezzo che consiglio a tutti di venire a visitare come d’altronde anche tutta la Toscana che vi permetterà di distendere un po’ i nervi con una bella passeggiata tra quelle campagne che tanto Piero ha rappresentato nelle sue opere.

TI: Ami Piero della Francesca, Alice, ma anche il Rinascimento, quali sono i valori che ti attraggono di quel mondo ormai sparito?
AG: Rinascimento. In un’epoca incerta, fatta di novità e divisioni politiche e religiose, a mio avviso l’arte sembra spiccare per la voglia di rinnovamento o per meglio dire, di rinascita. Sinceramente apprezzo molto il rinnovo dal punto di vista artistico, con l’introduzione di nuove nozioni matematiche e delle tecniche per i  colori che rendono le opere molto più realistiche e luminose. A livello filosofico apprezzo molto il desiderio di enfatizzare la bellezza e dell’armonia del cosmo, nonché la riscoperta dell’antichi testi, giusto per non dimenticare il passato. Ed infine, per vanità, ammiro la scoperta della perla come gioiello che sapeva dare luminosità ai volti, come i quadri di Piero della Francesca insegnano.

TI: Come documentarista ti ispiri a qualcuno? Quali sono i tuoi modelli?
MR: Come dicevo la mia passione è nata da Stargate e poi dal noto programma di Raidue, Voyager. Ovviamente il mio modello è Roberto Giacobbo (come si noterà nella mia partecipazione al dvd su Dante), il noto conduttore della trasmissione sopra citata, che ho avuto la possibilità di conoscere e con cui ho potuto instaurare un rapporto di stima reciproca. E’ comunque un mio desiderio quello di sviluppare al più presto un mio modo di fare divulgazione più lontano dall’imitazione di un modello che rischia di sfociare in imitazioni che non mi appartengono.
Inoltre ammiro comunque i classici documentari “all’americana” dove il conduttore/regista compare in video e si “sporca le mani” per condurre per mano lo spettatore nei luoghi dove sono state realizzate le ricerche. Diciamo che lo vedo un modo per dare più calore ad un documentario che sensa conduttore rischia di sembrare freddo e pre-impacchettato.

TI: Quali sono le altre tue esperienze in campo documentaristico? Sappiamo che hai condotto un programma sul web intitolato “Aspettando Voyager”…
MR: Beh come ho detto poco fa io sono 6 anni che giro documentari in giro per l’Italia e per l’Europa anche se nascono per un uso personale; diciamo una sorta di “filmino delle vacanze” più godibile. La rubrica Aspettando Voyager è nata dopo la realizzazione del mio forum di sostegno alla trasmissione (che esiste da 3 anni e con mio grande piacere è diventato l’unico fanclub e forum autorizzato della trasmissione) per offrire agli utenti qualcosa da guardare tra una serie e l’altra di Voyager. Per cui ho ripreso molti dei miei lavori personali e li ho riarrangiati per internet in modo da condividere, con uno stile molto simile a quello della trasmissione, i misteri che più mi affascinano con la nostra community che comincia ad essere anche molto nutrita e appassionata.

TI: Cosa pensi del giornalista Roberto Giacobbo e del lavoro della sua equipe?
MR: Conoscendo personalmente Roberto posso dire che è una persona molto professionale e soprattutto un grande “uomo di famiglia” che nonostante il suo lavoro che lo tiene fuori casa per più di 200 giorni all’anno riesce ad essere sempre presente con sua moglie e le sue tre figlie. Roberto è una persona dalla grande etica che ,a differenza di quello che dicono in tanti, riesce a gestire il materiale di cui è in possesso in modo equilibrato ed equo senza prendere in giro lo spettatore ma facendo il suo lavoro in maniera seria come seria e la sua equipe di lavoro. Dico queste cose perché più volte ho partecipato agli allestimenti delle puntate e visto come si lavora e come vengono organizzate le cose. Credo sia ingiusto che spesso si critichi Giacobbo come l'”instupiditore” di turno anche perché chi crede di essere rimbecillito farebbe bene a spegnere la tv e a leggersi un libro.

TI: Una domanda apparentemente fuori contesto: cosa pensi del CICAP (Centro Italiano per il Controllo sulle Affermazioni del Paranormale) fondato tra gli altri dal giornalista Piero Angela?
MR: Che dire, Piero Angela mi ha cresciuto. E’ un uomo che mi ha iniziato alla mia passione per i dinosauri con il suo ciclo di documentari dedicati a questa tematica per cui è una persona sicuramente valida anche se spesso si chiude da solo in una scatola di conformismo che non condivido. E’ giusto seguire la scienza e il metodo scientifico ma è anche giusto indagare su ciò che sembra non seguire le leggi della scienza e non ignorarlo a propri come fanno Angela e il Cicap. Il Cicap inoltre voglio precisare che è nato per controllare il paranormale, quindi è nato per smascherare finti santoni, finti negromanti e millantatori ma proprio per il suo nome non credo debba sentirsi il dovere di mettere il becco anche in faccende quali gli Ufo, i complotti o la Sacra Sindone soprattutto per dire cosa? Che i Cerchi nel Grano sono fatti dai ricci in amore? (E’ stato davvero dichiarato) Credo sia giusto non prenderci in giro. La scienza ha i suoi meriti e le sue buone motivazioni ma se qualcosa non torna a livello archeologico o storico non si può prendere e chiudere gli occhi per partito preso ma bensì occorre controllare e verificare e nel caso riscrivere qualcosa del nostro passato.

TI: Stai lavorando a qualche nuovo progetto? Ed in tal caso ci potresti dare qualche piccola anticipazione?
MR: Le idee ci sono sempre e spero non vengano mai meno. Con il sito di Terra Incognita stiamo lavorando ad alcune chicche dedicate al rapporto tra Ufo e Scienza e con la mia casa editrice stò tastando un pò il terreno per capire di cosa occuparmi in futuro e mi piacerebbe toccare la tematica Cristoforo Colombo. Infine sto lavorando ad un libro dove proporrò la voce di molti esperti col tentativo di riabilitare le tematiche del mistero oggi più che mai svilite dai venditori di fumo. Staremo a vedere. Incrociamo le dita.

TI: C´è altro che vorresti dire ai nostri lettori?
MR: Invito chi comprerà il mio documentario su Piero a guardare con attenzione la parte finale dedicata agli ultimi giorni dell’artista perché è una parte a mio avviso molto delicata e sentita che spero vi possa suscitare un qualche sentimento nel cuore. E ovviamente vi chiedo di ascoltare tutti gli esperti che esprimeranno le loro idee nel mio lavoro perché c’è davvero molto su cui riflettere. Grazie!
AG: Grazie.