Un flaconcino nella Tomba di Hatshepsut ci svela un assassinio
di Debora Avola (Supernova 82)
Probabilmente la regina Hatshepsut si avvelenò senza saperlo. Gli egittologi sapevano che la regina egiziana era morta a causa del cancro, ma non si conosceva la causa che lo avesse scatenato.
Sarebbe un flaconcino a far saltare in mente l’ipotesi che la morte del faraone donna Hatshepsut sia stata causata dall’unguento contenuto al suo interno. Si sa, studiando la mummia, che la donna morì di cancro, ma uno studioso tedesco ha concentrato la sua attenzione proprio sull’analisi di questo flaconcino rinvenuto chiuso con un tappo di argilla, che si pensava all’inizio fosse solo sporcizia.
Il liquido risultò essere troppo unto per poterlo definire un comune profumo dell’epoca. Gli ingredienti della sostanza contengono infatti olio di palma, olio di noce moscata, e degli altri grassi acidi insaturi contro l’eczema, di cui la famiglia di Hatshepsut soffriva in maniera ereditaria.
Il farmacologo che preparò l’unguento aggiunse idrocarburi derivati dal creosoto (tutt’ora utilizzato per la cura delle malattie croniche dell’epidermide) e dall’asfalto che consentivano di combattere prurito e orticaria grave. Comunque oggi è accertato che è un componente pericoloso il cerosoto, e viene prescritto con ricetta medica, prima si trovava anche nei cosmetici.
Il flaconcino di Hatshepsut conteneva benzo(a)pyrene, un idrocarburo piuttosto pericoloso. Il benzo(a)pyrene è una delle sostanze cancerogene più pericolose conosciute nonchè la maggiore responsabile del cancro ai polmoni derivante dal fumo della sigaretta.
Questo flaconcino è conservato al Museo dell’Università di Bonn e la scoperta si deve al capo della collezione del Museo, Michael Hoveler-Muller, e al Dott. Helmut Wiedenfeld dell’Istituto di Farmacologia dell’Università dopo due anni di studi.