Esce finalmente in Italia il libro “Gesù l’Uomo” della ricercatrice australiana Barbara Thiering. Attraverso una tecnica, denominata pesher, propone una nuova visione della vita di Cristo e dell’importanza dei Rotoli del Mar Morto. Ma non solo…
di Alessandro Moriccioni e Andrea Somma
Quando nel 1947 avvenne la fortuita scoperta del sito di Qumran sul Mar Morto e dei suoi famosi rotoli, nessuno immaginò che bomba fosse stata innescata.
La tesi vuole che Qumran sia stata dimora di una setta isolata di asceti dediti alla preghiera ed alla meditazione. Nonostante la funzione del sito non sia nota agli archeologi, e potrebbe non essere direttamente correlata ai rotoli, il fatto certo è che, con l’avvento della distruzione romana della Palestina tra il 66 ed il 73 d.C., questa comunità nascose i propri scritti in grotte diverse per non tornare mai più a riprenderseli. Questa setta, la cui origine non è propriamente chiara, è conosciuta unanimemente col nome di Esseni.
Per anni lo studio di quegli stessi scritti fu affidato all’Ecole Biblique, una commissione di studiosi quasi prettamente cattolici. Lo scandalo colpì tuttavia il gruppo di scienziati a causa della riluttanza espressa, dopo le insistenti richieste della comunità scientifica, di pubblicare i risultati delle ricerche. Sembrò per questo che vi fosse, in quei testi, un segreto da proteggere, come se rivelassero verità scomode per il Vaticano. Padre De Vaux, capo della commissione, e il suo assistente Padre Milik erano alla guida dell’Equipe di scienziati e posero spesso il loro veto, arrivando ad allontanare il dottor John Allegro che invece decise di rendere noti i dati emersi in anni di analisi estremamente accurate.
Come Robert Eisenman, anche Barbara Thiering asserisce che la setta degli Esseni era lungi dall’essere isolata e semplicemente mistica. Aveva un immenso potere politico a Gerusalemme ma anche presso il re. Al suo interno esisteva una lotta per l’avvicendamento delle stirpi di Davide e di Giuda. Con la nascita di Gesù, membro stesso della comunità, si prospettò la speranza di rimettere sul trono di Davide e Salomone un loro diretto discendente. Ma il destino non gli fu favorevole e il progetto dovette essere attuato in un luogo diverso, a Roma. Come afferma giustamente la Thiering questa era la Nuova Gerusalemme.
Se la tesi secondo la quale i rotoli di Qumran, tra cui i vangeli, possono essere letti attraverso una tecnica nota ai soli iniziati esseni fosse vera, il timore di Padre De Vaux e dei suoi collaboratori sarebbe comprensibile. Attraverso la ricezione del messaggio sotteso alla narrazione mitica della storia di Gesù, si giunge ad una nuova visione dell’opera del Cristo. La fede nella credenza dogmatica della divinità, sacrificatasi come capro espiatorio per purificare l’umanità dal peccato, decade.
La tecnica Pesher, ipotizzata e descritta dalla dottoressa Thiering nel suo libro “Gesù l’Uomo”, rispecchia perfettamente la mentalità del gruppo mistico e del movimento politico che redasse i rotoli seppelliti a Qumran. Senza questa sorta di schermo che la difendeva dai profani, la setta sarebbe stata certamente annientata dalle fazioni avverse. Invece si insinuò a corte e si assicurò la piena collaborazione dei reggenti. Quella di Gesù fu una vera e propria missione. Ma una missione terrena costellata di difficoltà.
E’ chiaro che le implicazioni del metodo proposto dalla Thiering vanno ben oltre la messa in discussione della struttura teologica del cattolicesimo. Esse dimostrano quanto il mito, la narrazione di una parabola o semplicemente di una storia morale, veicolino dei significati nascosti decodificabili a patto di averne la chiave. Una storia di superficie può rivelare in profondità una vicenda del tutto diversa, comprensibile dalle stesse parole, tuttavia invisibile a chi ne ignora il significato e la simbologia che la compone.
In riferimento ai rotoli di Qumran possiamo inoltre dire che essi effettivamente riportano un insegnamento morale, ma ne contengono anche uno di carattere politico. Si tratta di una costruzione mitologica in forma di novella, che poi divenne effettivamente Storia Sacra e mito vero e proprio, esattamente come sempre avviene.
Si potrebbe ribattere che la conseguenza delle azioni di Gesù narrate nei Vangeli, canonici e apocrifi (o gnostici), sia la nascita di una religione e non l’avvento di un semplice mito. Ma cos’è la religione se non un movimento che basa le proprie credenze sulla fede e sull’analisi interpretativa del mito?
Nell’antico Egitto, come nel resto del mondo, la conoscenza dei segreti e dei miti era appannaggio della classe sacerdotale, che dominava e che era in grado di opporsi al Faraone sebbene questi fosse il Sommo Sacerdote. Lo stesso Pontefice Massimo è una visione del re sacerdote, in grado di dominare grazie alla conoscenza divina assimilata attraverso la setta religiosa a cui appartiene.
La religione, nel corso del tempo, si è profilata universalmente come un contenitore, un’Arca, sempre protesa al dominio. Ma in fondo ciò è normale, poichè dal mito scaturisce il rito e come lo sciamano domina il mondo degli spiriti e comunica con gli antenati, unico e indiscusso nel suo villaggio, chi domina il rito si appropria del mito e si avvicina a Dio.
Non c’è ragione dunque di tacciare la dottoressa Thiering di “sindrome da cospirazione”, poiché una cospirazione fu davvero mossa ai danni del dominio romano, mal visto dai sacerdoti del Tempio che anelavano al ripristino dell’antico regno di Israele.
Come potevano questi cospiratori agire alla luce del sole scrivendo trattati comprensibili a tutti, o almeno per chi sapeva leggere? Se l’azione dietro la quale si celano le gesta del Cristo fosse stata di dominio pubblico, gli Esseni sarebbero stati da tempo eliminati proprio dai romani che, dopo le rivolte in Palestina, agirono radendo al suolo Gerusalemme e il suo Secondo Tempio, trasferendone a Roma le ricchezze e cancellando la fortezza zelota di Masada dalla faccia della Terra.
Ecco a cosa serve la tecnica Pesher, a recuperare i dati storici inseriti in un testo fantastico o criptato, per conservarli dal tempo e da occhi indiscreti o impreparati alla loro comprensione. Questo accade ogni volta che una storia rilevante, per un gruppo ristretto o per l’intero genere umano, si trasforma dapprima in leggenda cristallizzandosi poi in vero e proprio mito. Esiste dunque una chiave, una tecnica Pesher, per ogni codice, per ogni Storia Sacra che l’uomo ha voluto conservare nei propri miti antichi tramandati sino ad oggi.
Soltanto coloro che sanno ancora rapportarsi apertamente agli insegnamenti delle antiche scienze sapranno leggere il mito e la verità che vi si annidano.
Come per gli iniziati delle sette esoteriche, anche per noi profani è necessario gettare la maschera imposta dalla società omologante e riuscire a rapportarci individualmente alla simbologia sottostante la semplice storia fantastica. A quella serie di elementi che scuotono il subconscio umano e l’impronta genetica, protratta di generazione in generazione, di tutte le esperienze umane. Poiché il mito si esprime dapprima in simboli e poi in parole.
Con “Gesù l’Uomo” abbiamo un chiaro esempio di come la conoscenza del simbolo permetta la decodificazione della parola di Dio.
Intervista a Barbara Thiering
Chi meglio della stessa Barbara Thiering può introdurre la pubblicazione in Italia del suo libro “Gesù l’Uomo”? Abbiamo così deciso di contattare la studiosa australiana che con grande cortesia e disponibilità ha risposto alle nostre domande.
Terra Incognita: In questi anni sono stati pubblicati molti libri sulla figura di Gesù, sul Santo Graal e su alcuni misteri legati alla religione. Molti di questi hanno scatenato accese discussioni ed anche inevitabili polemiche. Il suo libro, lo sappiamo, è antecedente a gran parte di questi volumi, però giunge in Italia quando già molto è ormai stato detto su Gesù e la sua vita. Perchè un lettore dovrebbe comprare e leggere il suo libro? Cosa troverà di assolutamente innovativo rispetto a quanto già detto?
Barbara Thiering: Il lettore troverà la fonte più recente di tutte le esatte informazioni che parlano della figura storica di Gesù. Nel passato sono stati realizzati molti studi accademici, ma il mio è stato il primo a fornire un’analisi completa del Nuovo Testamento, alla luce dei Rotoli del Mar Morto. Sin dalla loro scoperta nel 1947, molte delle informazioni riguardanti i Rotoli sono state mantenute segrete al pubblico. In questa maniera sono state fornite informazioni errate in modo da proteggere l’ortodossia cristiana.
T.I.: Nel suo libro parla della tecnica Pesher, secondo la quale dietro al significato letterario del testo se ne nasconderebbe uno molto più profondo e riservato solo a chi ha “ orecchie per intendere”. Quali sono stati gli indizi che l’hanno condotta a questa straordinaria scoperta?
B.T.: Si è trattato semplicemente di un ragionamento derivante dall’osservazione dei fatti, nello stesso modo in cui avviene ogni scoperta scientifica. Come studiosa accademica mi sono specializzata nello studio dei Rotoli del Mar Morto, poiché erano l’argomento di discussione più recente e interessante nel mio campo, e inoltre poiché ero in possesso delle qualifiche necessarie, ossia della conoscenza dell’ebraico e delle altre lingue pertinenti. Avevo anche delle competenze bibliche derivanti dai miei studi precedenti. Conoscevo molto bene i Rotoli e, inoltre, ero consapevole del fatto che contenevano molti parallelismi con le pratiche sia del Nuovo Testamento che della Cristianesimo. A quel punto si manifestò in me un’ipotesi palesemente ovvia, anche perché stavo scrivendo un articolo per un giornale specializzato riguardo un passaggio della Regola della Comunità (1QS 6:13-23) che descriveva i livelli di iniziazione all’interno della setta di Qumran. Lo stesso processo, con alcuni dettagli ulteriori, è descritto da Giuseppe riguardo gli Esseni (La Guerra Giudaica 2, 137-142).
Gli uomini che volevano intraprendere il rigido regime monastico di Qumran dovevano passare un anno al di fuori della comunità, vivendo come eremiti. A questo punto dovevano trascorrere due ulteriori anni preliminari prima dell’iniziazione. Nel primo essi ricevevano il battesimo nell’acqua. Nel secondo venivano ammessi a condividere il pane sacro nel pasto monastico consacrato, ma non potevano ricevere il vino. Al termine di questo periodo, se venivano giudicati adatti, ricevevano la piena iniziazione all’interno della ristretta comunità monastica. Un loro caratteristico segno di riconoscimento era la possibilità di ricevere il vino che era stato consacrato dal sacerdote nel corso del sacro pasto diurno.
Quindi ricevevano il battesimo nell’acqua quando ancora non erano dei membri effettivi, mentre potevano ricevere il vino solo una volta ammessi a pieno titolo nella comunità. Cosa avveniva quindi quando l’acqua veniva trasformata in vino, come fece Gesù secondo quanto narrato da Giovanni 2:1-11? Un simile “miracolo” poteva avvenire se una classe di uomini riceveva l’ammissione nella comunità, quando in precedenza era stata loro negata. Ciò avveniva attraverso il cambio delle regole. Esisteva una classe simile – i Gentili che erano attratti dallo stile di vita di Qumran, ma che venivano considerati “impuri” poiché non erano circoncisi. Il Nuovo Testamento è dominato dal dibattito circa questo aspetto. Il partito che ammise i Gentili, e che era guidato da Gesù, divenne il partito Cristiano. L’altra fazione rimase Ebraica.
L’ipotesi che mi venne in mente era: il “miracolo” della trasformazione dell’acqua in vino è un racconto dissimulato di un grande cambiamento apportato dalla figura storica di Gesù, un cambiamento di notevole importanza sociale e politica?
Il cambiamento consisteva nel professare che i Gentili erano assolutamente uguali agli Ebrei, e che quindi era necessario rimuovere qualunque barriera razziale. E se questo è il significato di un “miracolo”, bisogna estendere il concetto a tutti i “miracoli”? Stanno raccontando la storia reale della fondazione della Cristianità, una narrazione che poteva essere capita solo da coloro che sapevano il significato nell’organizzazione delle parole “acqua” e “vino”?
Compresi che le ipotesi dovevano essere dimostrate in tutte le istanze prima di poter essere convalidate. Il processo di validazione ha richiesto anni di lavoro, fino a quando non ho pubblicato “The Qumran Origins of the Christian Church” nel 1983. Questo libro fu solo il gradino iniziale prima delle ulteriori ricerche, ma fu un passo fondamentale. Era la semplice conseguenza di attenti studi sulle informazioni, che venivano associate attraverso un ragionamento logico.
T.I.: Il suo libro è stato tradotto in moltissimi paesi del mondo. Visto l’argomento che affronta immaginiamo che abbia ricevuto ogni volta critiche molto forti. Teme polemiche maggiori ora che il libro verrà pubblicato in un paese cattolico come l’Italia nonché sede del Vaticano?
B.T.: Ormai mi sono abituata ai processi ed ho anche avuto modo di riflettere sulle motivazioni. Le critiche alle mie affermazioni possono essere efficaci solo se dimostrano che i fatti da me espressi non sono reali. Le motivazioni che provocano gli attacchi, definiti critiche, possono derivare da convinzioni religiose che riguardano l’autorità di una rivelazione fornita da un essere sovrannaturale. Questo è pregiudizio e dogmatismo, non una critica scientifica. E’ una caratteristica delle credenze religiose, ma non un processo adatto alla nostra epoca scientifica.
T.I.: A differenza di molti libri fin qui pubblicati sull’argomento, il suo è ricco di note, di appendici e di riferimenti diretti alla Bibbia. Ogni affermazione che lei fa, si basa sempre su prove ben precise che non manca mai di riportare. Quanto tempo ha impiegato nelle sue ricerche e nella stesura del libro?
B.T.: E’ esatto, infatti mi ci sono voluti molti anni. Non era solo la mia professione, dove un’accuratezza simile è un requisito fondamentale, ma anche un mio grande interesse. Mi attraeva risolvere problemi ed enigmi assai complessi.
T.I.: La figura di Gesù che emerge dal suo libro è quella di un uomo, certamente con un aspetto mistico, ma pur sempre un uomo normale. Perchè un cristiano dovrebbe ancora oggi credere alla figura divina di Cristo?
B.T.: Concordo con il teologo Paul Tillich che affermò che era da considerarsi idolatria associare un’immagine divina ad una persona umana. Si tratta di idolatrare noi stessi. E’ il prodotto di una particolare fase dello sviluppo individuale, quello dei “fanciulli in Cristo” – per usare le parole del Nuovo Testamento. Ma gli individui e le società hanno bisogno di crescere al di fuori di questo contesto, e stanno iniziando a farlo più frequentemente in questa era di globalizzazione.
T.I.: Dall’uscita del suo libro (1992) ad oggi, sono stati pubblicati numerosi volumi sulla linea di sangue detta, Sang Real, e della discendenza di Gesù attraverso Maria Maddalena. Pensa anche lei che possa esistere ancora oggi una discendenza diretta di Gesù, anche alla luce delle nuove scoperte sulla effettiva sopravvivenza della mitica stirpe merovingia, che si dice essere collegata a Cristo, come documentato dagli autori spagnoli Cagigal e Ros nel loro libro “Figli del sangue reale. I segreti della dinastia merovingia”?
B.T.: Ho dei grossi rammarichi riguardo l’industria fraudolenta che è sorta dal mio lavoro e da altre ricerche sulla figura storica di Gesù. Il nocciolo della questione che emerge da questa industria è che Erode il Grande, nel primo secolo a.C., fu il fondatore della missione Ebraica che subì una riforma dalla Cristianità. L’enorme guadagno della missione erodiana apparteneva ai discendenti di Erode, che rappresentavano le reali autorità durante il primo secolo a.C. Due di essi furono esiliati a Vienne e Lione nel sud della Francia. Quando i Cristiani vennero perseguitati a Roma, nella seconda metà del primo secolo, essi sarebbero fuggiti nelle case erodiane nel sud della Francia. Tra essi ci sarebbero anche i discendenti ed i parenti di Gesù che, in qualità di eredi della dinastia di Davide, dovevano sposarsi e mettere su una propria famiglia. Avrebbero quindi continuano la missione nel sud della Francia a da lì la Cristianità si sarebbe diffusa in Europa ed in Gran Bretagna. Gran parte delle teorie che avete citato, in ogni caso, sono una pura speculazione.
Ho ipotizzato che una fonte di conoscenza valida circa la discendenza di Gesù si potrebbe trovare nelle “ossa di Pietro” che sono conservate in Vaticano. Molto probabilmente esse sono proprio le ossa di Gesù.
T.I.: Pochi anni fa è tornato alla luce il Vangelo di Giuda, secondo il quale la missione di Cristo non sarebbe stata possibile senza l’intervento di quello che da sempre è considerato solo un traditore. Alla luce di tale aspetto, quanto crede possa cambiare la visione della storia di Gesù? Non crede che in qualche modo il Vangelo di Giuda sia un sostegno alle tesi da lei proposte nei suoi libri?
B.T.: Il frammento del Vangelo di Giuda, un vero e proprio reperto antico in lingua copta, è stato tradotto così malamente che all’inizio hanno dimenticato di scrivere la parola “non”, così da rendere Giuda un amico di Gesù. Questo, ed altri errori, sono stati esposti dalla studiosa americana April DeConick. Il 30 maggio 2008 il magazine “The Chronicle Review” ha pubblicato un articolo intitolato “Il tradimento di Giuda” dove presenta questi errori. Il sottotitolo dell’articolo è: “Milioni di persone sono state ingannate dai migliori studiosi biblici?”
T.I.: C’è ancora oggi qualcosa che potremmo imparare dallo studio dei rotoli di Qumran in relazione al concepimento della missione politica del Cristo e del conseguente progetto della conquista di Roma avvenuta, sia da un punto di vista religioso che politico, sotto l’imperatore Costantino?
B.T.: I Rotoli del Mar Morto sono il collegamento mancante tra il primo secolo e l’imperatore Costantino, nel quarto secolo. La storia prima di Costantino era stata soppressa con forza. Uno dei motivi era dovuto al fatto che il Cristianesimo era nato come una sorta di organizzazione ebraica. L’antisemitismo si era già diffuso nell’impero romano. I Rotoli suggeriscono la teoria della tecnica pesher, ideata nel Nuovo Testamento, per narrare la storia antecedente fornendo i maggiori dettagli possibili.
T.I.: Perchè se la storia di Cristo e della Vergine Maria narra di semplici esseri umani, non è mai stato possibile ritrovarne le sepolture o una qualunque prova materiale, aldilà delle controverse reliquie?
B.T.: Non erano due semplici persone, ma equivalenti ai membri di una dinastia regale. Le tombe non sono mai state rinvenute e le affermazioni del loro ritrovamento sono un altro esempio di false scoperte.
T.I.: Cosa possiamo ancora aspettarci dalle future ricerche sulla figura di Cristo?
B.T.: Ci sono altri due miei lavori editi dopo “Gesù l’Uomo” e pubblicati dalla stessa casa editrice, Transworld-Doubleday, che ora si chiama Random House. I libri si intitolano “Jesus of the Apocalypse” (1995) che fornisce ulteriori informazioni sulla dinastia di Gesù nella seconda metà del primo secolo; e “The Book that Jesus Wrote” (1998). Mi auguro che altri studiosi possano scoprire nuove prove valide, ma dovrebbero riuscire a passare attraverso l’usanza attuale di realizzare lavori poco credibili.
T.I.: Sappiamo che due anni fa è stata pubblicata una nuova versione del suo libro “Gesù l’Uomo”, attualmente sta lavorando a nuovi progetti? Se si può darci una piccola anticipazione?
B.T.: E’ stata una ristampa dello stesso libro realizzata da un diverso editore, Simon and Schuster. Mi rammarico dell’enfasi data dalla pubblicità a Maria Maddalena, ma credevo che coloro che avrebbero letto il libro avrebbero appreso la storia politica più importante. Attualmente sto lavorando su un’analisi, parola per parola, dei primi capitoli del libro dell’Apocalisse. Lo stesso lavoro, realizzato invece sugli ultimi capitoli dell’Apocalisse, che narrano della discendenza di Gesù e della sua morte avvenuta a Roma, è stato pubblicato sul sito internet “Pesher of Christ”.
T.I.: C’è altro che vorrebbe dire ai nostri lettori?
B.T.: Vorrei solo aggiungere che tentare di comprendere gli avvenimenti e risolvere gli enigmi è un duro compito ma anche, secondo la mia esperienza, il lavoro più piacevole che chiunque possa intraprendere. Ma è davvero molto difficile, e prima di iniziarlo bisognerebbe essere consci del fatto che richiede una enorme quantità di tempo e che si dovranno superare forti ostilità da parte dei cristiani ortodossi.
Conclusioni
Forse la scoperta della Dott.ssa Thiering non cambierà mai la visione di Cristo e della sua religione nel cuore dei fedeli. Ma indubbiamente la crisi che attualmente sta vivendo la Chiesa Cattolica è in parte anche dovuta agli elementi storici che stanno emergendo sulla figura di un Gesù sempre più uomo e meno divino. Elementi che non possono più essere occultati. Crediamo che il testo della Dott.ssa Thiering aggiunga un tassello importante alla ricostruzione della storia dei primordi del cristianesimo, separando ciò che è mito dalla realtà. Un tassello utile al fine, un giorno, di poter conoscere davvero colui che ha segnato così profondamente la storia dei popoli d’Europa e del resto del mondo negli ultimi duemila anni.