Rennes Le Chateau-Roma e il presunto collegamento con una vetrata
di Simone Leoni
Nel mese di Settembre – Ottobre 2010 è uscito sulla rivista Lux Terrae, un mio articolo sul mistero di Rennes Le Chateau e del suo parroco Berenger Saunière. Un articolo nel quale ho avanzato l’ipotesi del passaggio di Berenger Saunière a Roma, oppure del passaggio di qualche sua conoscenza. Tale ipotesi nasce dall’osservazione di una vetrata raffigurante la Maddalena penitente situata nella chiesa di Sant’Eustachio a Roma, che è identica in tutto e per tutto al bassorilievo situato nella chiesa di Rennes Le Chateau raffigurante la medesima figura della santa. Inoltre, c’è una piccola curiosità. I lavori di restauro della chiesa di Rennes le Chateau, si sono svolti sul finire dell’800, e casualità, e forse qui di casualità ce ne sono veramente troppe, anche la vetrata della chiesa di Sant’Eustachio è stata realizzata sul finire dell’800 da due artisti, Gabriel e Louise Gesta di Tolosa. Il diacono della chiesa di Sant’Eustachio era il cardinale Pietro Colonna (Roma, 1260 – Avignone, 14 agosto 1326), deposto poi da Papa Bonifacio VIII (appartenente della famiglia Caetani, rivale della famiglia Colonna) il 10 maggio 1297. Cosa accomuna questo personaggio al mistero di Rennes Le Chateau? Apparentemente niente, ma come si può constatare dall’enciclopedia libera Wikipedia, era un porporato che era presente nel conclave dove si sarebbe eletto il futuro Papa che avrebbe preso il posto di Papa Niccolò IV ( Nato ad Ascoli Piceno il 30 Settembre 1227, deceduto a Roma il 4 Aprile 1292). Si tratta di Celestino V!
La figura di Celestino V in qualche verso è legata a Berenger Saunière se prestiamo fede alla storia narrata da altri studiosi; infatti loro stessi affermano che quando Saunière andò a Parigi per far decifrare le pergamene da Emile Hoffet (altro personaggio legato alla vicenda RLC) andò anche al museo del Louvre dove comprò la riproduzione di tre quadri: “I Pastori d’Arcadia” di Nicolas Poussin, le “Tentazioni di Sant’Antonio” di Teniers, e il ritratto di Celestino V. Ma ci sono altri personaggi legati in modo sempre indiretto a tale mistero, come Giacomo Colonna, prima diacono della chiesa di Santa Maria in via Lata e poi, nel 1306, tramite Papa Clemente V, diacono di un’altra chiesa, quella di San Lorenzo in Lucina dove vi è collocata la tomba di Nicolas Poussin. Prima di andare avanti, è mio dovere dire che nel N. 87 della rivista bimestrale Mystero (anno 2008) diretta da Luigi Cozzi, Alessandro Moriccioni ha fornito un’interessante lettura sulla tomba di Poussin all’interno della chiesa di San Lorenzo in Lucina. La tomba è stata costruita intorno al 1800 circa e depositata all’interno della chiesa. Su di essa è rappresentato il dipinto dei Pastori d’Arcadia, ma invece di riportare l’enigmatica frase “Et in arcadia Ego”, Moriccioni ci fa notare come la scritta cambi in “Et in arca ego”. Cosa può voler mai dire? È forse un riferimento all’arca dell’alleanza? Le stranezze in fondo non finisco qui!
Se leggiamo il libro del dott. Mariano Bizzarri intitolato “Rennes Le Chateau, dal vangelo perduto dei Cainiti alle sette segrete” delle edizioni Mediterranee, esattamente a pagina 106 possiamo leggere di come un altro Colonna sia implicato, seppur in modo anch’esso indiretto, all’affare Saunière. Si può leggere che, Francesco Colonna redasse nel 1467 un testo denominato “Sogno di Polifilo” e che una società segreta adottasse questo testo. Tale società era “La Société Angelique”, società segreta di stampo ultra-cattolico. Come possiamo vedere questi tre personaggi sembrano avere qualche collegamento con la strana storia di questo piccolo paese Francese, ma è ancora più sbalorditivo pensare che ci potrebbe essere un collegamento tra Rennes Le Chateau e la città Eterna! Possiamo notare su Wikipedia di come Bonifacio VIII fosse contro la famiglia Colonna e in netto contrasto con Celestino V, tanto che, sempre dall’enciclopedia libera, si può leggere che fu lo stesso Bonifacio VIII a indurre Celestino V a lasciare il trono di Pietro.
I tre misteriosi Quadri
I tre quadri che Saunière comprò al Louvre, ovvero I Pastori d’Arcadia, Le tentazioni di Sant’Antonio e il ritratto di Celestino V, nascondono, a mio avviso, un messaggio cifrato nemmeno molto complesso da trovare. Per quanto riguarda il ritratto di Celestino V bisogna cercare di trovare la risposta attraverso quella disputa tra Celestino V e Benedetto Caetani (futuro Bonifacio VIII). Nel quadro intitolato “Le tentazioni di Sant’Antonio” di Teniers non vi è nulla di particolare, tranne un personaggio dietro alla figura di Sant’Antonio che indica una grotta (il monte Bugarach?); forse li, nel monte, si nasconde il fantomatico tesoro dei templari? O si celerebbe qualcosa, ben diverso da un semplice tesoro? Fino ad ora nessuno lo sa, però il monte in questione sembra avere un ruolo importante in tutta la questione. Passiamo ora al quadro del maestro Nicolas Poussin: I Pastori d’Arcadia. Il dipinto ci mostra quattro pastori in sosta davanti ad una tomba; particolare attenzione va rivolta al pastore inginocchiato che tocca la tomba. La sua ombra, probabilmente per volere dell’artista, sembra essere in procinto di fare il segno della croce toccandosi la fronte, come per voler far captare alla gente che egli sapeva dell’esistenza della tomba del messia. Ma di quale Messia si sta parlando? Il dott. Mariano Bizzarri ci fa capire, dagli elementi da lui trovati, che il mistero di Rennes Le Chateau non sarebbe altro che una verità che va al di là del fatto che Cristo e Maria Maddalena si siano sposati ed abbiano avuto una prole. Per comprendere meglio riporto brevemente alcune righe del libro di Mariano Bizzarri: “La Maria Maddalena della chiesetta di Rennes Le Chateau – la Grande Madre Sophia-prunikos dei Cainiti – ha due figli, l’uno dei quali non è altri che Ialdabaoth-Iehovah, il Demiurgo cattivo, l’altro, il serpente, Iblis-Lucifero, è il portatore di luce che induce l’uomo a violare gli incomprensibili ed ingiusti divieti di Yehovah per sfuggire alle tenebre [1]”. La cosa è abbastanza assurda a mio avviso se si considera che durante gli esorcismi si invoca soprattutto il nome di Cristo per scacciare il suo nemico. Tralasciando questo particolare, l’ipotesi più allettante è che il mistero in questione contenga più di un segreto: il Graal, Maria Maddalena, e l’anticristo, che poi è stato il titolo della mia relazione per il convegno svoltosi il 18 Settembre 2011 alla sala convegni Mitreo a Roma organizzata dal C.I.R.
I tre Segreti
Berenger Saunière ha realmente scoperto qualcosa. Ma cosa, visto che non ci ha lasciato nulla di tangibile su cui indagare? Possiamo però cercare di capirlo attraverso la sua vita e le sue opere effettuate a Rennes Le Chateau. Si parte subito con la figura del Graal, il cui nome è legato dalle statue presenti nella chiesa di Santa Maria Maddalena, fino a giungere al fatto che le statue che compongono il termine Graal formano anche una M che si trova in corrispondenza di una statua inutilizzata per la formazione del nome Graal: quella di Maria Maddalena. Stranamente i riferimenti al Graal compaiono solo qui, perché l’interno della chiesa è costellato di ben altro materiale, tra cui le stazioni della via crucis poste in senso antiorario, il demone Asmodeo, il pavimento fatto a scacchi bianchi e neri, il cielo stellato, due statue della Vergine Maria e San Giuseppe, dietro l’altare che tengono in braccio due bambini, cosa riportata nel libro di Bizzarri. Il dott. Bizzarri, riguardo a questo ultimo elemento, nel suo libro ne riporta una sua interpretazione che io non condivido affatto, ma che nel suo contesto specifico potrebbe avere ben altro significato. La via crucis in senso antiorario e il numero nascosto (il 666 scoperto con la numerologia dal dott. Giorgio Baietti) sono a mio avviso un chiaro riferimento all’anticristo, impossibile dire altrimenti. Inoltre, se consideriamo che l’abate Saunière si interessò alla profezia di Le Salette la cosa appare ben chiara. Ma non è solo questo il motivo che induce a pensare che il mistero di Rennes Le Chateau sia legato all’anticristo, perché come si può constatare dal libro del dott. Massimo Barbetta, egli stesso riporta una foto di Saunière sul punto di morte (ammesso che sia lui), dove sopra il suo comodino vediamo una mitra vescovile, la quale ci rimanda immediatamente alla profezia di Le Salette, dove in un passaggio c’è scritto che l’anticristo nascerà da una falsa vergine e un vescovo, e i vescovi portano la Mitra! Quindi, anche se la foto potrebbe essere un falso, nel senso che non è Saunière, rimane però il fatto che la simbologia e gli elementi sinistri ci sono. La cosa quindi è abbastanza sconcertante. Se l’abate nella sua ricerca sia incappato anche in questi elementi che delineano un collegamento riguardo l’anticristo, come sono coinvolte le sue amicizie in campo monarchico? È sicuro che invece, seguendo amicizie al di fuori dall’ordinario, come esponenti della massoneria e di circoli occulti, egli abbia trovato ulteriori ragguagli riguardo la manifestazione del figlio della perdizione. Per quanto concerne gli altri due segreti, il fatto che alcuni ricercatori accostino il Graal alla Maddalena è una cosa estremamente fattibile per via di alcune ipotesi che sono state sostenute in tutti questi anni, come ad esempio il fatto che Cristo, essendo ebreo e rabbino, era normale che anche lui abbia avuto una moglie. Anche se ci è stato detto il contrario perché nessuno degli evangelisti riporta simile evento, non scordiamoci che gli altri testi ad opera dei seguaci del messia sono stati messi al “bando” dalla chiesa di Roma. È possibile che in essi, quelli non considerati idonei dalla chiesa, ci siano state delle allusioni alle nozze di Cristo e Maria Maddalena? Il Codice Da Vinci ci mostra il famoso quadro dell’ultima cena ad opera di Leonardo Da Vinci, dove si dice che il personaggio alla destra di Cristo non è Giovanni l’apostolo, ma Maria Maddalena. A mio avviso, se prestiamo molta attenzione, è proprio lei perché l’autore ha messo un elemento molto particolare nel suo dipinto. I personaggi sono 12, 13 con Cristo. Giovanni l’apostolo non è alla destra di Cristo, bensì alla sua sinistra. Perché affermo questo? Poiché Leonardo Da Vinci rappresentava Giovanni Battista sempre con l’indice alzato, e quindi riporta lo stesso gesto nel dipinto dell’ultima cena per farci capire che quello alla sinistra è Giovanni, l’apostolo. La persona alla destra del Messia è senza ombra di dubbio di natura femminile. Ora il problema più importante è scoprire il nesso tra il curato e le famiglie nobili, ossia, per quale motivo lo finanziarono con somme ingenti di denaro? Un quesito che merita ulteriori ricerche, ma c’è un ultimo elemento che potrebbe essere significativo: la lapide della marchesa Mariè de Negre. La lapide presenta delle iscrizioni apparentemente senza senso, come Et in Arcadia Ego, Preacum e le scritte Reddis, Regis, Cellis, Arcis. Se prendiamo però le ultime lettere di Regis e le ultime tre lettere di Cellis compare il nome Gislis, ovvero Gisella la quale, come ci raccontano gli scrittori Lynn Picknett e Clive Prince nel loro libro “La Missione del Priorato di Sion”[2], era la seconda moglie di Dagoberto II e madre di quel Sigisberto IV che, secondo gli storici, non è mai esistito. Altra fatalità è che se invece incrociamo le frasi Reddis e Arcis, e prendiamo le ultime lettere di entrambi le frasi, appare il nome “ISIS” ovvero Iside, nome che per quanto riguarda certi testi ermetici era stato attribuito a Maria Maddalena e che si ritrova nel testo maledetto del Serpent Rouge. Sarà forse per questo che Bèrenger Saunière scavò nel cimitero, spostando di tomba in tomba alcune salme? Forse per trovare la prova di questa discendenza messianica? In tutti questi anni il mistero in questione ha avuto diverse interpretazioni, ma qual è quella vera semmai ce né fosse una? Si narra che la marchesa Marie de Negre d’Ables d’Hautpoul, fosse l’ultima persona ereditaria del suo segreto di famiglia, ma quale è questo segreto? Si tratta di un mistero legato ad un loro tesoro o a quello dei templari? Se fosse questa la tesi, allora a quale scopo modificare la chiesa di Santa Maria Maddalena con elementi non proprio tipici della tradizione cristiana? E poi altri sono gli interrogativi e i puzzle che attendono di essere nuovamente ricomposti, come ad esempio trovare il collegamento con la figura della sacra coppa e Maria Maddalena, oppure trovare il punto di congiunzione tra la santa e l’enigmatica figura dell’anticristo, e soprattutto trovare un collegamento solido tra società massoniche di quell’epoca e il rapporto che avevano con Berenger Saunière. Alcuni dicono che Saunière non aveva come amici massoni, altri sostengono il contrario e si rifanno ai testi di Gerard de Sade, anche in questo caso, a chi dobbiamo prestar fede? Non ci rimane altro che proseguire l’indagine sperando di riuscire a trovare la verità su questo piccolo paese, e sul suo grande mistero.