Gli “Ultimi Custodi del Tesoro Templare” citato nel saggio storico di un importante ecclesiastico
di Redazione
E’ con il libro L’Ordine del Tempio e San Bevignate, scritto da Pietro Diletti e Nunzio Sardegna (Guerra Edizioni, 2012), che l’autore umbro Giovanni Tomassini, grande amico di Terra Incognita, si guadagna un posto nella storia. Tomassini aveva pubblicato, per i tipi di Atanor, il volume Gli Ultimi Custodi del Tesoro Templare, ove citava uno sconosciuto convento italiano méta della diaspora templare che, ancora oggi, custodirebbe una parte del loro tesoro. Questo antico convento si trova nei pressi di Ferentillo, un piccolo paese della Valnerina con una ricca storia alle spalle.
La troupe di Terra Incognita si è recata, negli anni passati, tra le rovine del convento ove avrebbero soggiornato i Templari in fuga nel 1307, riuscendo anche a filmare parte del tesoro reliquiario che viene fatto risalire all’Ordine del Tempio.
Ora, dopo anni di ricerche, è Don Pietro Diletti, sacerdote salesiano laureato in filosofia e prolifico autore e storico, attualmente Parroco della Parrocchia Pontificia di San Tommaso da Villanova in Castel Gandolfo, a prendere in seria considerazione la ricostruzione storica effettuata da Giovanni Tomassini.
Nel suo saggio, Don Pietro Diletti fa riferimento a molte località legate all’Ordine Cavalleresco e dedica un paragrafo molto interessante anche a quella che fu, come viene espressamente definita, la capitale di un piccolo principato nello Stato Pontificio quasi indipendente fino all’avvento dei Savoia.
Ferentillo, con le sue frazioni, fu voluto ardentemente dalla potente famiglia dei Cybo che lo ottenne rinunciando alle rendite di San Giovanni a Roma. Si tratta di un unicum in tutta la storia della Chiesa Cattolica Romana. Inoltre, come conferma Diletti, è come minimo singolare che un remoto e povero castello di montagna custodisca reliquie degne di una basilica romana. Ebbene sì, il castello di cui si parla è quello della frazione di San Mamiliano, sempre a Ferentillo, dove sono custodite segretamente reliquie importantissime, ad esempio un frammento della Vera Croce di Cristo con sigillo papale, che vengono mostrate solo in situazioni particolari. L’ultima ostensione fu in occasione del servizio realizzato dalla troupe di Rai Due poche settimane fa.
Diletti accenna anche al convento scomparso, dedicato a San Giovanni, dove si sarebbero accampati i Templari, aggiungendo che si trattava di un edificio di proprietà cistercense. Questo importante elemento viene inserito dal religioso alla storia già resa di dominio pubblico da Tomassini nel già citato saggio Gli Ultimi Custodi del Tesoro Templare.
A nostro modo di vedere le cose, inizia ad emergere un sentito interesse storico per la ricostruzione di Tomassini; questo autore potrebbe, infatti, aver davvero svelato al mondo uno dei luoghi in cui fu disperso il Tesoro dell’Ordine del Tempio. Non un tesoro fatto di ori e pietre preziose, come si è sempre creduto, ma un patrimonio costituito da più potenti strumenti di fede; le Sante reliquie della Chiesa.