La guerra dei mondi (War of the Worlds) fu un celebre sceneggiato radiofonico trasmesso il 30 ottobre 1938 negli Stati Uniti dalla CBS e interpretato da Orson Welles, tratto dall’omonimo romanzo di fantascienza di Herbert George Wells. È rimasto famoso per avere scatenato il panico descrivendo una invasione aliena.Una voce anonima, alla vigilia di Halloween, annunciò alla radio l’atterraggio di alcune astronavi aliene per seminare il panico tra gli ascoltatori; quella era proprio la voce di Orson Welles.
di Debora Avola (Supernova 82)
Poco più che ventenne commentò a caldo l’accaduto pronunciando queste parole: “Furono le dimensioni della reazione ad essere sbalorditive. Sei minuti dopo che eravamo andati in onda le case si svuotavano e le chiese si riempivano; da Nashville a Minneapolis la gente alzava invocazioni al cielo e si strappava gli abiti per strada. Cominciammo a renderci conto, mentre stavamo distruggendo il New Jersey, che avevamo sottovalutato l’estensione della vena di follia della nostra America”.
Un’ondata di panico simile tra la gente che udiva le parole, nonostante gli annunciatori avessero più volte specificato che si stesse trattando di un radiodramma, fu scatenata da diversi precedenti.
In un articolo del 1893, pubblicato sulla rivista Natura e arte, Giovanni Virginio Schiaparelli affermò l’esistenza di zone differenti su Marte: “L’ipotesi più plausibile è quella di considerarle come zone di vegetazione, estese a destra e sinistra dei veri canali, i quali esistono sì lungo le medesime linee, ma non sono abbastanza larghi da poter essere veduti dalla Terra […] La mente nostra non è avvezza a concepire tali grandiose opere come effetto di potenze comparabili a quella dell’uomo. Quando però dalla considerazione generale di questi fatti si scende allo studio minuto dei loro particolari, e soprattutto si ferma l’attenzione sopra le misteriose geminazioni e sulla straordinaria regolarità di forma ch’essi presentano, l’idea che qualche parte almeno secondaria vi possa avere una razza di esseri intelligenti non può essere considerata come interamente assurda. Anzi, al punto in cui siamo giunti, e data la verità delle cose sin qui esposte, tale supposizione perde quel carattere d’audacia che ci spaventava da principio, e diventa quasi una conseguenza necessaria”.
Inoltre, l’ipotesi dell’esistenza di vita intelligente sul Pianeta Rosso fu alimentata da Percival Lowell, fondatore dell’omonimo Osservatorio di Flagstaff in Arizona e grande ammiratore di Schiaparelli, attraverso il libro di divulgazione scientifica “Mars” che dava per scontato come la presenza di canali, lunghi anche migliaia di chilometri, implicasse l’esistenza di una civiltà più evoluta che quella terrestre. Lowell descrisse la drammatica lotta dei Marziani, per garantirsi l’approvvigionamento idrico, affermando: “Abbiamo visto quanto scarsa sia l’acqua, a quanto sembra, su Marte. Così scarsa che gli abitanti di quel mondo devono irrigare per vivere. Per quel che riguarda la presenza di tale popolazione, le caratteristiche fisiche generali del pianeta non permettono di esprimere alcuna opinione […] Ma esse hanno qualcosa di essenziale da dire in merito alle condizioni nelle quali la vita deve essere condotta. Esse mostrano che queste condizioni devono essere tali che nella mente marziana ci sia una questione perpetuamente superiore a tutti i nostri sindacati, suffragi femminili e questioni orientali messi assieme: la questione dell’acqua. Come procurarsi abbastanza acqua, per sostenere la vita, deve essere il grande problema di ogni giorno”.
Il 6 agosto del 2013, molto tempo dopo e a conferma di tali ipotesi, Curiosity ha fotografato e analizzato ciottoli levigati del tutto somiglianti a quelli presenti nei corsi d’acqua della Terra; pertanto, su Marte scorrevano fiumi, due miliardi di anni fa.
Nella fantascienza, il discorso è stato il medesimo; c’era, o no, vita intelligente su Marte?
La guerra dei mondi (The War of the Worlds) è un romanzo di Herbert George Wells; pubblicato originariamente a Londra nel 1897, è considerato come uno dei primi romanzi del genere fantascientifico ed è probabilmente il suo più famoso, cui Orson Wells si ispirò per il programma radiofonico citato all’inizio, a partire dal 1938.
La trama è la seguente:
Il protagonista è un astronomo al lavoro in un osservatorio della città britannica di Ottershaw, quando avvista delle esplosioni a ritmi regolari sulla superficie di Marte, causando curiosità tra le comunità scientifiche. Più avanti, un oggetto fiammeggiante simile ad una meteora precipita a Woking, sud-ovest di Londra, vicino alla casa del protagonista, producendo un grosso cratere sul punto d’impatto. Il protagonista è fra i primi ad avvicinarsi alla presunta meteora, che si rivela presto essere in realtà uno strano oggetto gigantesco, simile a un cilindro metallico. La cima del cilindro improvvisamente si svita e fuoriescono alcuni marziani, creature simili a piovre della dimensione di un orso, che mal sopportando l’atmosfera terrestre, si ritirano subito all’interno. Uno dei curiosi accorsi sul posto cade accidentalmente nel cratere, venendo apparentemente trascinato all’interno del cilindro. Un gruppo di uomini, tra i quali l’astronomo Ogilvy, decidono di avanzare verso il cilindro sventolando una bandiera bianca, ma i marziani li eliminano attraversoun “raggio di calore”molto simile ad un raggio laser, per poi iniziare ad assemblare misteriosi macchinari alieni.
L’esercito decide di circondare il cratere dove è caduto il cilindro mentre il protagonista porta la moglie al riparo dai parentia Leatherhead, finché la minaccia non sarà estinta. Al suo ritorno, però, scopre che i marziani hanno costruito delle gigantesche macchine da combattimento a tre gambe, i “Tripodi”, armati di raggio laser e di un fumo nero tossico. Queste macchine hanno facilmente sconfitto l’esercito che le circondava, per poi procedere ad attaccare le città vicine. Mentre il protagonista fugge, incontra un artigliere in ritirata, che lo informa che un altro cilindro marziano è atterrato tra Woking e Leatherhead, tagliando la strada al protagonista verso la moglie. I due cercano di fuggire, ma si separano sul Tamigi dove una gran folla sta tentando di salire su un traghetto per fuggire. Compare uno dei Tripodi, che viene però abbattuto dall’artiglieria britannica, e i pezzi del cannone laser danneggiato cadono nel fiume facendolo ribollire. Altri intanto, compreso il protagonista, cercano di attraversare il Tamigi in barca per arrivare nella regione del Middlesex, mentre i marziani si ritirano.
Altri cilindri marziani cadono su tutta l’Inghilterra meridionale e a Londra scoppia il panico più totale. Il protagonista e suo fratello scappano su un battello dopo che Londra viene ricoperta dal Fumo Nero. L’Ariete Torpediniere Folgorante riesce ad abbattere due Tripodi, prima di affondare. Ciò nonostante, il protagonista e il fratello, insieme a due compagne di viaggio incontrate per strada, riescono a sbarcare in Europa. Poco dopo, tutta la resistenza militare viene abbattuta e i Tripodi vagano ormai ovunque, catturando gli umani per potersi cibare del loro sangue. Una strana pianta rampicante rossastra, simile all’erica, ricopre il paesaggio danneggiando l’ecologia terrestre, segno che i marziani hanno iniziato un’operazione di terraformazione per rendere il pianeta Terra simile al proprio.
Il protagonista, tornato in Inghilterra, si rifugia in un edificio in rovina, dove incontra un pastore impazzito per il trauma dell’invasione. Egli è convinto che i marziani siano creature sataniche giunte per annunciare l’Armageddon. Nei giorni seguenti, il protagonista cerca disperatamente di calmare il pastore per non attirare i Tripodi. Un giorno il pastore esce allo scoperto urlando evasioni evangeliche e il protagonista è costretto a colpirlo facendogli perdere i sensi. Un cilindro precipita vicino all’edificio. Il protagonista si nasconde nella carbonaia, mentre il corpo del pastore viene trascinato via dai marziani. Più tardi, il protagonista si reca verso il centro di Londra. Qui ritrova l’artigliere ritirato, in preda a schizofrenia, che scava una buca per attuare i suoi piani per la “resistenza sotterranea futura”. Il protagonista prosegue lasciando il soldato ai suoi deliri.
Il protagonista alla fine decide di uccidersi gettandosi verso i Tripodi. Scopre però con sorpresa che i marziani, insieme alla pianta rossa, sono morti a causa dei batteri dell’atmosfera terrestre, ai quali gli umani sono immuni. La civiltà umana inizia a ripopolarsi e il clima terrestre ritorna normale. Nel finale, il protagonista torna a casa sua ricongiungendosi con la moglie, che credeva morta e viceversa.
Secondo H.G Wells, la vittoria umana nel suo libro “Guerra dei mondi” è frutto di un errore di previsione dei marziani sulla propria evoluzione biologica. I marziani, apparentemente invincibili, sono sconfitti dal nuovo ambiente ecologico, in particolare dai microorganismi che popolano l’atmosfera terrestre perché privi di difese immunitarie. L’alieno è presentato, per la prima volta, come “rompicapo biologico”.
Secondo la definizione di Kingsley Amis, il problema è quello di “determinare un ciclo di vita straniera e roba simile”. Ma si tratterebbe soltanto di una sotto-categoria: “un’altra implica il problema di trovare il punto debole di qualche mostro apparentemente invulnerabile, in qualche creatura extraterrestre ostile o in un prodotto dell’uomo, come robot, che si comporti male. Certo, la fantascienza sembra sul punto di impadronirsi di alcune funzioni che erano proprie della narrativa gialla”.
Sorgono dei quesiti interessanti, sfidando l’esobiologia. Non mancano infatti esempi di rompicapo biologico, in versione sempre più guerrafondaia, nella fantascienza americana: il cinema di fantascienza degli anni ’50 ha usato quasi esclusivamente questo tema.