Editoriale n.10 – Giugno 2008

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di Alessandro Moriccioni

Famiglia Cristiana
Famiglia Cristiana

Qualche tempo fa si è detto che in Italia ci sono troppi scrittori e sempre meno lettori. Questo è effettivamente vero, tanto che una rivista in edicola perde ogni mese una buona percentuale di afecionados. Recentemente, quasi a sfidare le avversità, si era fatto avanti un editore per proporci, assieme con altri autori, la realizzazione di un nuovo progetto editoriale. Ma, seppure le premesse sembravano aprire strade agilmente percorribili, il rifiuto dell’editore stesso di imprimere le proprie promesse sulla carta ha fatto sì che il tutto si trasformasse in un nulla di fatto ancor prima di cominciare.
Ma perché rifiutarsi di dare delle garanzie quando è con i contratti firmati e rispettati che si lavora? E’ stata davvero mancanza d’onesta o possiamo anche comprendere le paure dell’editore in questione?
Un esempio tipico è quello che sta investendo la Redazione Romana di Famiglia Cristiana, notissima testata filovaticana, che, assieme a quella di Jesus, rischia la chiusura. Questo avverrà anche in alcune città del Nord dove la voce della rivista è particolarmente forte. Ora, vorremmo sottolineare come la presenza di una redazione tale a Roma, in Via della Conciliazione, proprio accanto a quella della RAI, sia una fonte non solo di orgoglio per la città, ma anche un punto di riferimento giornalistico non indifferente. Fu infatti la Redazione Romana di Famiglia Cristiana a seguire i funerali di Papa Wojtyla nel 2005, distribuendo ai fedeli accorsi materiale iconografico dedicato al Santo Padre, rendendo più sopportabile l’infame attesa sotto il sole cocente. Noi stessi eravamo là e possiamo testimoniare la dedizione che all’informazione è stata dedicata in quella infausta circostanza. Dunque perché chiudere?
Se pensate che in questo caso si possano comprendere le ragioni anche economiche che assillano il grande editore che mantiene in piedi la Redazione Romana, sbagliate. Perché il caro amico editore e la società che a lui fa capo, non hanno nessuna intenzione di dirottare i suoi fedeli sottoposti ad altre mansioni. Il prossimo futuro sarà la cassa integrazione, ovvero il licenziamento. Noi, che forzatamente, conoscendo il triste momento economico-editoriale italiano, abbiamo dovuto scegliere l’informazione on-line, non possiamo passare sotto silenzio una simile vergogna. Numerosi lavoratori, anche alte cariche, rovinati a 45 o 50 anni di età dopo stagioni e stagioni passate a servire un padrone ingrato ma vorace. E’ questo il modo di ripagare chi ha la sfortuna di fare informazione, e di lavorare in genere, in Italia?
Dunque, la Redazione tutta di Terra Incognita si unisce solidale a quanti coloro stanno subendo tale ingiusta privazione del diritto al lavoro e sottoscrive pienamente qualsiasi petizione al riguardo, con la convinzione che in un paese civile l’Istituzione garante di suddetto diritto deve vigilare affinché siano bandite situazioni similari. Il lavoro è un diritto sociale, non un favore che viene concesso. Sottrarre lavoro a padri e madri di famiglia è un atto criminale.