Esce in questi giorni il romanzo di Giorgio Baietti “I Guardiani del Tempo”. Lo abbiamo dunque intervistato per conoscere le motivazioni che lo hanno spinto a spostare la sua attenzione dalla pura ricerca al Thriller archeologico…
di Alessandro Moriccioni e Andrea Somma
Se si legge un qualsiasi libro sul mistero che avvolge il paesino francese di Rennes-le-Chateau, si ha l’impressione che questo villaggio arroccato sui Pirenei non abbia molto da dire. O meglio, si ha la sensazione che non abbia voglia di dire molto. Eppure un luogo così silenzioso, tale e quale al quadro di Poussin “I pastori in Arcadia”, che ha visto un misero prelato divenire inspiegabilmente miliardario, qualche segreto da rivelare lo deve pur avere.
E’ per questo che dopo innumerevoli testi sull’argomento, letti in quasi tutte le situazioni possibili ed immaginabili negli ultimi dieci anni, abbiamo deciso d’incontrare uno degli autori che maggiormente ci ha colpito con i suoi saggi rivolti a svelare un enigma che sembra non avere più una soluzione. Inoltre la sua ultima fatica editoriale “I Guardiani del Tempo”, romanzo ambientato tra Rennes e l’Italia, è stato appena pubblicato dalla Piemme ed abbiamo avuto modo di leggerlo in anteprima proprio grazie alla cortesia dell’ufficio stampa della casa editrice e dell’autore stesso.
Incontrammo Giorgio Baietti per la prima volta al convegno “I Misteri di Rennes-le-Chateau e del Santo Graal” svoltosi presso l’hotel Villa Maria a Roma, organizzato dal nostro collaboratore Simone Leoni e dall’amico Adriano Forgione direttore di Fenix.
Giorgio Baietti si è soprattutto distinto per la pubblicazione del volume “Lo Specchio Inverso” pubblicato da l’Età dell’Acquario. Un libro che invitiamo tutti a leggere perché è un concentrato di curiosità e studi approfonditi sull’universo di paesi e chiese che ruotano attorno al mistero di Rennes. Baietti aveva già affrontato l’argomento nel libro “L’Enigma di Rennes-le-Chateau”, dove con uno spiccato senso investigativo, esplorava le varie fasi della vita del famoso parroco Berenger Sauniere e del suo piccolo gregge di sostenitori a volte anche nobili famosi e appartenenti alla massoneria. Novità assoluta è, tuttavia, l’indagine condotta ad Altare, piccolo centro del savonese. Questa località italiana ha con Rennes-le-Chateau molto a che fare.
Anche qui un semplice prelato spende milioni e milioni nella realizzazione di edifici e nell’organizzazione di fastosi banchetti. E lo fa con denaro proveniente dalla Francia. Il testo di Baietti propone numerosi spunti estremamente stimolanti in parte snocciolati durante una puntata della trasmissione Rai “Voyager – Ai Confini della Conoscenza” condotta da Roberto Giacobbo.
Con queste premesse il nuovo libro si Giorgio Baietti non poteva certo deludere e, anche se si tratta di un romanzo, racconta una storia fortemente biografica ricca di particolari che compongono un percorso iniziatici in puro stile Lyttoniano. Ma quali novità ci regala questa volta Baietti?
A questo punto non possiamo che fargli la prima domanda che è anche la domanda di rito:
TERRA INCOGNITA: Come e quando ha iniziato ad appassionarsi alla vicenda di RLC?
GIORGIO BAIETTI: E’ stato per puro caso, perdendo un treno al tempo dell’università. Ho pernottato presso la stanza di uno studente cipriota che aveva lasciato sul comodino un manoscritto che trattava di questo mistero. E’ stata la scintilla che ha acceso un grande fuoco che non si è ancora spento. Lo studente è morto alcuni anni dopo in uno stranissimo incidente. L’auto che lo ha travolto non è mai stata identificata.
TI: Perché ha deciso di acquistare una casa a Rennes cosa l’ha conquistata di questo paesino della valle dell’Aude?
GB: Ho deciso di avere un punto fisso in paese per evitare di cercare alberghi nelle vicinanze (a Rennes non ne esistono) e avere al contempo un punto di osservazione privilegiato e stabile. Rennes fa parte della mia esistenza, è un luogo che, come direbbe Cesare Pavese, fa parte dell’anima. Il luogo è bellissimo e ricco di fascino trecentosessantacinque giorni all’anno.
TI: Quali sono i suoi rapporti con i numerosi ricercatori che si occupano dell’enigma Sauniere?
GB: Con alcuni ho rapporti amichevoli e di grande collaborazione; con la stragrande maggioranza … di assoluta indifferenza. Non ci frequentiamo, né desidero farlo. Lo stesso vale per alcune riviste “specializzate” che ospitano sempre ed unicamente le stesse persone; la vostra, “Terra Incognita”, è, invece uno dei rari esempi di ottima divulgazione.
TI: Perché occuparsi di RLC oggi, non pensa che sia stato detto ormai tutto, o peggio, troppo?
GB: Sì, è stato detto e scritto moltissimo, ma il vero mistero è ancora tutto da scoprire. Io, ad esempio, mi sono concentrato molto sul territorio circostante che, al pari e forse più di Rennes, offre spunti ed aspetti eclatanti. Riguardo al “troppo”, avete ragione, molti che si definiscono esperti e per i quali “ricerca” è soltanto una parola di sette lettere e basta, continuano a pontificare e a elargire sciocchezze a piene mani, non tenendo conto del benché minimo dato oggettivo.
TI: Cosa la colpisce di più dell’affare Sauniere?
GB: E’ il mistero di questo uomo che, dal nulla, ha dato vita ad una leggenda che dura tutt’oggi. Anche se non ci fosse un favoloso tesoro a reggere le fila, il fascino di Saunière rimarrebbe intatto, anzi, sarebbe ancora più intrigante.
TI: Quale dimensione vivono oggi gli abitanti di Rennes, che aria si respira in questo borgo ai piedi dei Pirenei?
GB: Gli abitanti di Rennes vivono in modo ambivalente la questione. Alcuni, quelli più anziani, fanno finta di nulla e vivono come se fossero in un luogo qualsiasi. Altri, invece (e tra questi si contano alcuni miei amici), fanno ricerche compatibilmente con il clima di proibizionismo che da alcuni anni è calato sul villaggio, specie dopo alcuni atti di vandalismo. C’è un’atmosfera particolare in questo posto, qualcosa che fa avvertire sulla pelle il senso del mistero. La gente che ci vive da sempre ne è impregnata e vive questa esperienza secondo la propria sensibilità. Tutti possono andare a Rennes, ma Rennes non è per tutti.
TI: Come è venuto a conoscenza del caso Bertolotti parroco di Altare?
GB: Sono nato a pochi chilometri da Altare e, quindi, già da diverso tempo sapevo di questo parroco ricco e benefattore. Ultimamente, però, sono venuto a conoscenza di alcuni tasselli importantissimi e di aspetti che, prima d’ora, non avevo mai analizzato.
TI: Non crede che Altare possa essere soltanto la punta di diamante di una più vasta rete di casi simili estesa sul territorio italiano, come ha potuto constatare per i paesi che circondano il borgo di RLC?
GB: Altare si sta rivelando sempre più uno scrigno di misteri e segreti e sono fiero di essere stato il primo ad averne parlato. Questa sorta di “primogenitura” è per me lo stimolo più forte a proseguire le ricerche che, sono certissimo, daranno altri e ben più consistenti frutti.
Proprio in questi giorni ho fatto alcune scoperte molto importanti e che aprono altri spiragli sull’enigma. Sono anche convinto che tutto ciò si possa estendere anche ad altri luoghi italiani che, al momento, appaiono del tutto anonimi.
TI: Crede che sarà mai possibile per il Dr. Eisenman ed il Dr. Barattolo condurre gli scavi aldisotto della chiesa di S. Maddalena al fine di riportare alla luce la cripta rinvenuta e reinterrata da Sauniere?
GB: Me lo auguro, anche se questa spedizione ha avuto dei lati che non sono mai stati del tutto chiariti. Così come il ruolo di alcuni personaggi che vi sono entrati e poi sono spariti nel nulla.
TI: Cosa pensa che sarebbe possibile rinvenire nell’eventuale cripta sotterranea?
GB: E’ difficile dirlo. Non credo un tesoro materiale, piuttosto la prova documentale dell’enigma su cui si regge tutta la faccenda.
TI: Crede nelle teorie proposte a sostegno di una linea di discendenza Davidica del Cristo avanzate da svariati ricercatori tra cui il suo compianto amico Graham Simmans recentemente scomparso espresse nel libro “Vita di Gesù dopo la Crocifissione”?
GB: Ero molto amico di Simmans e ricordo con grande nostalgia le lunghe chiacchierate a casa sua, davanti a una tazza di the inglese (ovviamente). Era un vero pozzo di conoscenza e molto di quello che mi ha raccontato non è mai apparso sui suoi o altri libri…
TI: In cosa crede consista il tesoro di Rennes?
GB: Mi piace pensare che si tratti di un tesoro alchemico, qualcosa che ha permesso a Saunière di arricchirsi ma che lo vincolava a Rennes, Se avesse semplicemente trovato un tesoro, perché non se n’è andato a fare la bella vita a Parigi o Montecarlo? Soprattutto negli anni dei duri scontri con il suo vescovo. Secondo me ha scoperto un grande segreto tra le mura della chiesa e nei dintorni e, con l’ausilio di altri personaggi, è riuscito a monetizzare il tutto. Questo, del resto, è un luogo magico per eccellenza.
TI: Crede che sarà mai possibile svelare definitivamente il mistero di RLC?
GB: Sinceramente, spero di… no! Rennes è il mistero che si è fatto pietra, è “l’isola non trovata”, il luogo in cui è bello pensare che vi sia qualcosa da ricercare e il farlo ti fa stare bene, ti fa sentire vivo. Scoprire che dietro a tutto questo ci sia, ad esempio, un cofanetto pieno di gioielli, sarebbe veramente triste. Il bello della scoperta è, parafrasando Leopardi e il suo “Sabato del villaggio”, proprio la ricerca fine a se stessa. Quello è il bello del “sabato”; quando arriva la “domenica”, già si pensa al “lunedì”.
TI: Cosa pensa delle ingerenze massoniche nella vicenda di Rennes? Crede che Sauniere possa aver realmente fatto parte dell’obbedienza dell’Istituzione del Grande Oriente di Francia?
GB: La Massoneria è entrata prepotentemente nella vicenda in svariate forme. Sono tipici esempi dell’arte massonica l’interno della chiesa di Rennes e di molte altre chiese dei dintorni e massoni erano alcuni personaggi dell’entourage di Saunière. Se lui lo sia stato è difficile dirlo, quello che è certo è che la moderna Massoneria è molto interessata a queste ricerche e che esponenti di primo piano prendono spesso parte alle mie conferenze che tengo in tutta Italia.
TI: Ha mai rinvenuto nella zona di RLC reperti di interesse archeologico? Il Dr. Barattolo ha affermato che ve ne sarebbero molti nella regione risalenti a periodi preromani e a siti romano-imperiali e medievali.
GB: Durante le numerose scalate al Bézu ho trovato alcuni oggetti piuttosto interessanti, come pietre particolari e parti di anelli. Il materiale è conservato presso un carissimo amico ricercatore che abita a Tolosa e che era insieme a me durante queste escursioni. Alcuni reperti sono stati mostrati a dei docenti della locale Università che li hanno presi in grande considerazione.
TI: Facciamo ora qualche accenno al suo nuovo libro. Questa volta è un romanzo e non un saggio e s’intitola “I Guardiani del Tempo”. Qual è il senso di un romanzo sulla vicenda di Rennes-le-Chateau dopo i due bellissimi saggi da lei scritti e tanti anni di ricerche? O meglio perché parlare di realtà attraverso un’opera di fantasia?
GB: Ho voluto scrivere un romanzo per mettere in una forma diversa e più accattivante degli aspetti e delle “verità” che ho scoperto ultimamente. Le ultime pagine del libro sono quasi un resoconto “in diretta”!
TI: Quanto di autobiografico c’è nel libro e dove finisce la realtà ed inizia la finzione?
GB: C’è molto di autobiografico rispetto alla sete di ricerca e alla voglia di trovare intrecci. E’ autentico il fatto inerente Altare e Cengio, il mio paese di nascita e anche la vicenda del “Pilone” ha del vero perché è un luogo magico nel senso della parola. Tutto il resto e, soprattutto, i personaggi sono frutto di fantasia. Pura fantasia… anche perché a incontrare gente simile (Binna, Mallico, Midali…ecc) non se ne esce vivi… o quasi!
TI: Lei nel libro parla di un terzo prete oltre a Sauniere e Bertolotti, di una terza località coinvolta oltre a Rennes-le-Chateau ed Altare. Si tratta di una nuova scoperta o semplicemente di un espediente narrativo?
GB: Il terzo prete è opera di fantasia. L’ho scritto però pensando con il cuore a Saunière e Bertolotti. Che bello se fosse esistito veramente.
TI: Dalla lettura del libro abbiamo quasi avuto la sensazione che la storia potrebbe avere un seguito… forse ci sono scoperte alle quali non ha ancora accennato?
GB: Bravissimi, avete colto nel segno; infatti, ho in mente il seguito del romanzo che parte proprio da dove “I guardiani del tempo” ha la parola “Fine”. Il vetro e la pergamena perduta è il miglior spunto che potessi immaginare. Spero solo che questo libro abbia il giusto successo, altrimenti la Piemme tuttalpiù mi farà scrivere le note ai racconti di Geronimo Stilton!
TI: Sta attualmente lavorando ad altri progetti? Se sì potrebbe darcene una piccola anticipazione?
GB: Sto scrivendo contemporaneamente due romanzi: uno che non ha nulla a che spartire con quanto ho fatto finora e che riguarda la strana scoperta di tre ragazzini in un paese della Liguria (il mio?) proprio nei torridi giorni del luglio 1969 quando l’uomo arriva sulla Luna e che li proietterà nei meandri di antichi misteri e segreti mai risolti. Dovranno fare i conti con un animale feroce che di notte scende nel paese sconvolgendo la coscienza di molti che non vogliono vedere e un altro animale su due gambe che, da una ventina di anni potrebbe essere l’artefice della sparizione di alcuni bambini. Il tutto è sovrastato da un vecchio mulino abbandonato che un secolo prima era stato abitato da una setta che credeva in un nuovo Messia e dove un bambino era scomparso misteriosamente.
E’ un lavoro in cui credo molto e che rappresenta una vera scommessa editoriale. L’altro lavoro, invece, è il proseguimento ideale de I GUARDIANI DEL TEMPO, con lo studio e l’analisi degli ultimi ritrovamenti che riguardano mons. Bertolotti e il mistero della nascita del vetro in questa vallata, ad opera dei Cavalieri Templari e di oscuri personaggi provenienti dalla Francia…
TI: Ringraziamo Giorgio Baietti per aver concesso a Terra Incognita questa intervista.
GB: Aggiungo un punto che ritengo molto importante: Rennes le Chateau è “casa mia” da oltre vent’anni e, in tutto questo tempo, ho potuto assistere ai vari mutamenti che sono avvenuti. Ho potuto osservare anche il modo di avvicinarsi e rapportarsi a questo mistero. Soprattutto in Italia, dove, accanto a studiosi seri e motivati, se ne sono aggiunti altri che ben poco hanno a che spartire con lo spirito della ricerca e che, quindi, sarebbe un insulto definire “ricercatori”. Tra questi spicca un gruppetto (quattro o cinque elementi, non di più) che ha sede in Romagna e che ha quale unico scopo quello di disturbare le conferenze e gli incontri in cui si tratta di Rennes. Non hanno la benché minima preparazione scientifica, né alcun titolo didattico (tantomeno possono vantare dei libri, visto il loro bassissimo livello delle elementari conoscenze grammaticali e sintattiche…), però pontificano su tutto e, quello che è peggio, fanno un’opera di disturbo e denigrazione verso tutti coloro che non la pensano come loro e che non aderiscono alla loro congrega. Dato che hanno ben poco da fare, te li ritrovi ovunque, sempre pronti a rimescolare nel torbido e ad attaccare senza ritegno. Purtroppo, viste le leggi in materia (negli Usa, ad esempio, non è così) non possono essere sanzionati in termini legali come meriterebbero. Non resta che diffidare da elementi simili ed usare l’arma dell’indifferenza che è il modo migliore per sopportare simili personaggi. Come diceva mia nonna, donna di grande saggezza pratica, “Raglio d’asino non giunge in cielo”. Il “cielo”, ovviamente, è quel piccolo, bellissimo e intrigante luogo che si chiama Rennes le Chateau.
I Guardiani del Tempo
Federico Burzio è uno scrittore, ma anche, suo malgrado, un detective. Sì, perché da semplice ricercatore appassionato delle vicende di Berenger Sauniere e di Rennes-Le-Chateau, paesino francese ai piedi dei Pirenei, deve trasformarsi in un vero segugio per poter sopravvivere. Tutti i personaggi del libro sembrano voler tenere stretto il loro tassello segreto parte di un mosaico che osservare per intero potrebbe essere fatale. Burzio resta dunque coinvolto in una strana storia legata ad un passato misterioso intriso di contenuti mistico-simbolici riconducibili ad altri paesi sia dell’Aude che d’Italia, ad Altare, dove un altro prete diviene inspiegabilmente tanto ricco da far impallidire lo stesso Sauniere.
Non vogliamo anticipare altro poiché il libro è denso di avvenimenti che si susseguono in un crescendo travolgente che coinvolgerà il lettore accompagnandolo attraverso una vicenda che di romanzesco ha solo la veste imbastita da Giorgio Baietti, ma che si svolge in un palcoscenico inserito in un panorama inquietante ma reale.