Il Pulcin della Minerva ed il furto sventato

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A Piazza della Minerva si trova un famoso obelisco in groppa ad un piccolo elefante. Forse non tutti sanno che…

di Walter Astori

L’obelisco a Piazza della Minerva

Nel 1666 si decise di spostare un obelisco, il più piccolo di quelli giunti dall’Egitto, dal convento dei Domenicani a piazza della Minerva. La piazza non era nuova ad ingerenze egizie, al tempo dell’impero aveva ospitato la comunità discendente dei faraoni. Il caso volle che il piccolo obelisco fosse dedicato alla dea Neith, l’equivalente egizio della Minerva romana, anche se il nome Minerva deriva dalla statua eretta da Pompeo in onore di Minerva Calcidica (oggi in Vaticano).
Il basamento fu commissionato al Bernini che stupì tutti ancora una volta per la sua fantasia. L’artista collocò il monolite in groppa ad un elefantino, piccolo e grassotello, somigliante più a un porcello che a un pachiderma. Il popolino infatti lo ribattezzò “porcin della Minerva”, successivamente trasformato in “pulcin”.
Nel 1946 Roma rischiò seriamente di perdere quest’opera. Un furbacchione riuscì a venderlo ad un ufficiale americano delle truppe d’occupazione che se ne era innamorato (altro che Totò e la fontana di Trevi). Il compratore inviò squadre di soldati ed un camion per smontarlo e trasportarlo in America. Il portiere del palazzo di fronte però s’incuriosì ed avvertì tempestivamente le autorità che riuscirono a fermare il “trasloco”, tra le veementi proteste dell’americano gabbato.
Costui non si arrese ed escogitò uno stratagemma. Assunse un gruppo di operai per spostare l’elefante, spiegando loro che andava trasferito per consentirne il restauro. I lavori cominciarono e i romani vi passavano davanti senza insospettirsi, sembrava uno dei tanti cantieri aperti in città. L’americano però, oltre a non essere furbo, era anche sfortunato. Quando gli operai avevano quasi liberato la base dell’obelisco si presentò una squadra comunale con l’incarico di rifare il selciato proprio a piazza della Minerva. L’americano, colto in fallo per la seconda volta, rispose in modo evasivo alle richieste di spiegazioni e, approfittando dei favori delle tenebre, si diede alla macchia.
Chissà dove sarebbe ora il “pulcin della Minerva” senza questi provvidenziali interventi…