Editoriale di Terra Incognita Magazine n.17
di Alessandro Moriccioni
Tra tutti i reperti controversi di cui abbonda la letteratura archeomisterica, forse quello più affascinante e, per certi versi, inquietante è il Teschio del Destino. Un nome altisonante, seppure lo conoscono tutti semplicemente come Mitchell-Hedges. Recentemente la dottoressa Jane Mc Laren Walsh, del Washington Institute, ha effettuato degli importanti test sul teschio di cristallo di cui sopra, scoprendo che, molto probabilmente, si tratta di un falso moderno e non di un idolo azteco. Il SEM, un complicato microscopio a scansione elettronica, ha rivelato un’invisibile molatura meccanica. Risultato: gli antichi non possedevano macchine molatrici quindi va da sé che l’artefatto non può essere antichissimo come pretendeva la sua custode Anna, nel frattempo passata a miglior vita. Discutendone con l’archeologo Roberto Volterri (intervistato per la puntata speciale di Terra Incognita “Ufo e Scienza”) mentre ci spiegava l’uso effettivo del SEM su alcuni reperti, come la Sky Stone, ci siamo convinti che le conclusioni della dottoressa Walsh potrebbero essere corrette. In una precedente occasione, la Walsh aveva studiato il teschio conservato al British Museum giungendo allo stesso risultato. Eppure in quella situazione, la stampa mondiale aveva dato molto risalto alla questione. Più d’un autore aveva espresso delle perplessità tra cui il nostro ex direttore responsabile, ai tempi di Mystero, Sebastiano Fusco nel suo volume Il Mistero dei Teschi di Cristallo.
E allora perché tutto questo silenzio? Forse le movenze misteriose di Anna Mitchell-Hedges hanno irrimediabilmente compromesso la credibilità del suo cristallo in forma di teschio, tanto che nessuno lo considera autentico da tempo? Nulla da dire dunque?
Certamente no.
Interviene, infatti, l’archeologo americano Stephen Mehler infuriato con la Walsh perché, a suo dire, avrebbe sempre snobbato gli altri teschi posseduti dai privati per concentrarsi sul poco affidabile Teschio del Destino. Uno di questi pezzi è Sha Na Ra, il teschio di proprietà di Nick Nocerino che il geologo Robert Schoch avrebbe certificato come autentico. Poi ci sarebbe Max, il teschio della Pace, di JoAnn Parks.
Aldilà dei vari copyright per cui è impossibile fare domande a chicchessia, i teschi di cristallo non sono solo un business. Sono la speranza che il passato abbia per il nostro futuro una risposta più convincente di quella propinata da scienziati e politici. Una soluzione, magari proveniente da Atlantide, che contempli la pace nel mondo, il benessere per tutti, il debellamento di ogni malattia e perché no, anche l’immortalità.
Sul numero di dicembre della rivista Fenix, diretta da Adriano Forgione, troverete un articolo di Alessandro Moriccioni e Andrea Somma intitolato L’Ultimo Segreto del Teschio Maledetto incentrato proprio sulle recenti analisi della dottoressa Walsh.
Quindi è il caso di invitarvi come sempre a restare con noi, perché quando il mitodiviene archeologia, la ricerca si trasforma in avventura!