Il palazzo di una delle più potenti famiglie romane mostra un’anomalia architettonica nella sua facciata. Ecco finalmente svelato il motivo.
di Walter Astori
Se vi capita di passare nei pressi di palazzo Altieri, soffermatevi alcuni istanti sul lato che si affaccia in via Santo Stefano del Cacco. Noterete una stretta porticina e due piccole finestre che contrastano col resto della struttura. Non si tratta di una clamorosa svista dell’architetto Giovanni Antonio De Rossi che ne curò i lavori, ma di un episodio assai curioso. Nel 1650 la famiglia Altieri decise di erigere in piazza del Gesù, all’intersezione con via del Plebiscito, un palazzo che rappresentasse la nobiltà del casato. I molti edifici già presenti, poveri o ricchi, furono sacrificati per lasciar spazio alla nuova residenza signorile. Il principe non badò a spese, acquistò tutte le case che intralciavano il suo progetto e le fece abbattere. Tutte tranne una. Una vecchia signora, vedova di un calzolaio, non ne volle sapere di rinunciare alla sua modesta dimora e declinò tutte le generose offerte di acquisto. Il principe Altieri le provò tutte: preghiere, minacce, arrivò anche ad offrirle il triplo del valore della casa. La vecchia fu irremovibile, lei era nata lì e lì sarebbe morta. All’epoca non esistevano ordini di sfratto né espropriazioni per pubblico interesse, di conseguenza i lavori di costruzione subirono un brusco stop con una notevole perdita di denaro. Per risolvere la questione la nobile famiglia si appellò al Papa ed il pontefice sancì che il nuovo palazzo sorgesse rispettando l’abitazione della vecchia. L’architetto De Rossi fu così costretto ad incorporare l’umile casetta alla maestosa costruzione principesca, lasciandogli l’esposizione sulla strada ed un accesso indipendente. Il principe Altieri, a malincuore, sovvenzionò anche le spese per la ristrutturazione della casetta in modo che non stonasse col resto del palazzo. Nonostante ciò le differenze sono ancora oggi visibili ad un occhio attento. Quando vi troverete da quelle parti, dedicate un pensiero a quella povera vedova che, da sola, seppe contrastare una delle più importanti famiglie dell’epoca.