I segreti di Alì Agca

2867

di Simone Leoni

Il secolo appena trascorso èstato attraversato da numerosi tragici eventi. Quello dell’attentato a papa Giovanni Paolo II, Mercoledì 13 maggio 1981, rimarrà per sempre impresso nella memoria di tutti. Ma la conosciamo davvero tutta la verità sull’accaduto? Quali segreti si nascondono dietro le finestre dei palazzi vaticani? Simone Leoni della Redazione di Terra Incognita ha intervistato il giornalista Marco Ansaldo di “La Repubblica” che più volte ha incontrato Agca, l’attentatore del papa, per scoprire cosa si celò dietro al complotto terrorista. Il sentore che si voglia oscurare una pagina di storia è venuto nuovamente a galla grazie anche ad Eric Frattini che ha espresso recentemente i suoi dubbi nel libro “L’Entità” sul servizio segreto vaticano forse implicato nei fatti…

Il momento in cui Alì Agca spara a Giovanni Paolo II
Il momento in cui Alì Agca spara a Giovanni Paolo II

Sono passati 28 anni da quel fatidico e drammatico giorno del 13 Maggio 1981 quando a Piazza San Pietro il Papa venne colpito con un arma da fuoco da un folle, il cui nome corrispondeva a Mehmet Alì Agca.L’evento, che  ha tenuto con il fiato sospeso tutto il mondo, lascia delle perplessità quando questo si correla ad una profezia di 64 anni prima, ovvero vale a dire la terza parte del segreto di Fatima [1]. La data dell’anniversario delle apparizioni a Fatima è ormai prossimo e quindi mi è sembrato più che giusto intervistare il giornalista della Repubblica Marco Ansaldo, che ha avuto più volte l’occasione di intervistare l’attentatore turco Alì Agca mentre si trovava in prigione. Le domande che non hanno mai avuto una risposta sono: Chi ha commissionato l’attentato? L’organizzazione dei lupi grigi, oppure, come è stato parallelemente ipotizzato, è stato un atto che è partito da dentro un luogo sacro come la Santa Sede? Oltre a parlare dell’attentato a Giovanni Paolo II si parlerà anche di colui che lo precedé, ossia Albino Luciani alias Giovanni Paolo I, che come ben sappiamo, la sua carica a pontefice durò solamente 33 giorni, lasciandoci cosi, all’improvviso. In molti hanno dichiarato che Albino Luciani sia stato eliminato perché era un personaggio scomodo, perché era un uomo che voleva portare di nuovo  alla luce il vero senso del cristianesimo, riportandolo ad uno stato molto più genuino di quello che noi conosciamo.

Intervista a Marco Ansaldo
Marco Ansaldo
Marco Ansaldo

Terra Incognita: Dottor Ansaldo, lei anni fa intervistò se non vado errato, l’attentatore di Giovanni Paolo II : Alì Agca. Che cosa le disse?

Marco Ansaldo: Sì, ho intervistato Mehmet Ali Agca più volte nel corso del tempo. Tenga conto che Agca è stato in carcere in Italia per circa vent’anni e quindi l’accesso per alcuni giornalisti era possibile. I contatti continuano anche adesso che l’attentatore del Papa si trova recluso in Turchia. Nelle interviste Agca disse molte cose, e riassumerle in una domanda è impossibile. E’ stato comunque spesso contraddittorio. A volte ha detto di aver organizzato e portato a termine la sua azione da solo. Altre ha affermato di avere avuto aiuti, e talvolta ha ammesso di averli ottenuti anche all’interno del Vaticano stesso. Ma non ha mai prodotto una prova in merito.

TI: Sappiamo che faceva parte dei lupi grigi, ma accennò mai il nome di chi fosse stato a commissionargli l’attentato al papa?

MA: Mai. Se c’è una costante nelle dichiarazioni fatte sull’attentato del 13 maggio 1981 è precisamente la sua determinazione nello sviare puntualmente tutte le ipotesi possibili su movente e committenti. Agca, per sue stessa ammissione, ha dato cinquanta versioni diverse. Nessuna, per quanto si sappia, vera.

TI: Dopo la guarigione, il papa andò a visitare in cella il suo attentatore. Alcuni mesi fa comparve su internet un articolo dove Alì Agca, disse che il maligno si trova in vaticano, chiaro  riferimento che stava ad indicare che nell’organizzare l’attentato vi era qualche alto prelato. Cosa ci può dire in merito?

MA: In una mia intervista la cosa forse più rilevante che Agca disse fu la seguente: ‘Il Vaticano ha responsabilità nell’attentato al Papa. Senza l’aiuto di alcuni sacerdoti e cardinali non avrei mai potuto compierlo. Il diavolo è anche dentro quelle mura’. Affermazioni sorprendenti, che però per essere considerate veritiere necessitano di prove. E prove non ne sono state portate, al riguardo.

TI:  Alì Agca affermò anche che tutto era stato predetto; il suo gesto faceva parte del terzo segreto di Fatima. Che cosa si sa di questo elemento?

MA: Secondo me, ma si tratta di una pura convinzione personale, Agca si è costruito degli alibi per giustificare all’esterno la sua azione usando via via le informazioni che captava da fuori. Cioè otteneva informazioni durante gli interrogatori e i contatti con altri, e le rielaborava. Ed è stato così anche con Fatima, quando Wojtyla ha parlato del 13 maggio come della data di Fatima, e a quel punto anche Agca ha subito avallato questa ipotesi collegando il proprio gesto e il fallimento (il Papa infatti sopravvisse all’attentato) a un intervento divino. L’ipotesi è stata poi portata avanti autorevolmente dall’allora prefetto per la Congregazione della fede, cardinale Ratzinger, il quale parlò del misterioso Terzo segreto collegandolo con l’attentato al pontefice romano. 

L'incontro tra Giovanni Paolo II e Alì Agca
L’incontro tra Giovanni Paolo II e Alì Agca

TI: Che cosa lega l’attentato a Giovanni Paolo II con il caso di Manuela Orlandi?

MA: Quando Emanuela Orlandi, figlia di un messo papale e cittadina vaticana, fu sequestrata, allora arrivarono misteriose indicazioni che collegarono il rapimento della ragazza con la richiesta di liberazione di Agca. In realtà, come mi ha rivelato lo scorso anno a Berlino l’ex colonnello della Stasi (il servizio segreto tedesco orientale), Gunther Bohnsack, si trattò di un vero e proprio depistaggio: fu la Stasi a creare artificiosamente questo collegamento, inviando lettere da parte di fantomatici Lupi grigi all’Ansa e ai giudici italiani per portare l’attenzione sulla Turchia, togliendola invece dalla Bulgaria, la cui immagine in quel frangente era pessima in Occidente per il processo che si sarebbe presto condotto a Roma sull’attentato. La cosa avvenne su espressa richiesta dei servizi di Sofia e naturalmente di Mosca.

TI: Sappiamo che il padre di Manuela Orlandi portava la posta privata al papa. È possibile che il sequestro della figlia sia stato dovuto al fatto che il padre abbia letto qualcosa che non doveva leggere?

MA: Tutto potrebbe essere. Ma al momento non abbiamo alcuna evidenza di questo. Il povero Ercole Orlandi è morto senza sapere nulla di sua figlia. Alcune recentissime rivelazioni dell’ex compagna del boss della Banda della Magliana, Renatino De Pedis, poi ucciso, dicono che la ragazza sia stata eliminata quasi subito dai suoi rapitori. Del resto, non c’è mai stata alcuna prova della sua esistenza in vita, nonostante molti sperino ancora di ritrovarla.

TI:  Facciamo un passo indietro. Il predecessore di Giovanni Paolo II era Giovanni Paolo I, alias Albino Luciani. La sua carica pontificia durò solamente 33 giorni, a causa del suo decesso. Morte naturale o cos’altro?

MA: Anche questo è un mistero rimasto irrisolto, e chissà per quanto lo sarà ancora. Il fatto che sia stata impedita l’autopsia sul corpo del pontefice, invece di produrre certezze, ha prodotto solo ombre.. Il sospetto che, per vari motivi (nuova linea data dal pontefice, dissidi interni alla Curia, gelosie e insofferenze di alti prelati verso un uomo venuto improvvisamente dal nulla), Luciani potesse essere inviso, ha fatto sì che oggi molti osservatori continuino a prediligere l’ipotesi dell’omicidio piuttosto che quella della morte naturale. Ma anche qui, non ci sono prove in alcuna direzione.

TI:  Che rapporti c’erano tra Albino Luciani e Karol Wojtyla?

MA: Per quanto si sa, molto buoni. Anche alcune immagini televisive hanno mostrato i due uomini parlarsi e sorridersi. Non sono noti dissapori fra loro.

TI:  Sulla morte di Albino Luciani se ne è parlato molto. Vi è l’ipotesi ( come alcuni dicono ) che Albino Luciani venne assassinato, perché era diventato troppo scomodo “ per qualcuno”. Era un papa che, quasi sicuramente, voleva riportare la religione cristiana ad uno status più genuino, più rivolto alla spiritualità che verso la materialità. Cosa c’è di vero secondo lei?

MA: E’ un’ipotesi interessante e meriterebbe di essere approfondita. Credo che il 30mo anniversario della morte di Giovanni Paolo I, nel settembre scorso, sia purtroppo passato senza andare a fondo su questo aspetto. I casi sono due: o Luciani è morto perché il carico che sentiva addosso era davvero eccessivo per le sue povere spalle, e quindi è spirato naturalmente; oppure è stato eliminato proprio da chi riteneva che una linea diversa data alla Chiesa avrebbe comportato dei cambiamenti giudicati impropri.

TI: è anche vero ( dalle ultime ricerche ) che scomparvero dalla sua stanza da letto le sue medicine, e che ci sono state due versioni totalmente incongruenti sull’ora del decesso?

MA: Sì, le incongruenze sono molte. Ripeto, sarebbe interessante poter ancora indagare su quell’evento. Penso che varrebbe la pena di farlo, e che qualche elemento di novità potrebbe saltare fuori.

TI: 33 giorni di pontificato. Un numero legato al grado massonico. Lei crede che la massoneria sia legata alla misteriosa morte di Albino Luciani? È vero, che all’interno della chiesa vi è un movimento di cospirazione, oppure ci troviamo di fronte ad una nuova leggenda metropolitana?

MA: Non essendo un vaticanista, ma un esperto di Turchia, non sono in grado di dare una risposta congrua alla domanda. Ma lo spettro della massoneria internazionale, a torto o a ragione, è stato talvolta tirato fuori proprio tra le ipotesi scatenanti dell’attentato al Papa.

TI: Nel caso davvero ci fosse, mi pongo, e soprattutto le pongo questa domanda : per quale oscuro motivo, la chiesa, con tutto che condannò la massoneria, incontra, e incontrò personaggi come Lucio Gelli ( P2 ), Bush ( Skull and Bones ) , in condizioni più di avvicinamento che di distaccamento? 

MA: Negli Anni ottanta la Chiesa si è trovata in grave difficoltà per motivi finanziari. Ecco che gli appoggi cercati in questo senso dal controverso monsignor Paul Marcinkus, capo della Banca vaticana, lo Ior, hanno finito per produrre collusioni giudicate da molti come poco ortodosse per una grande organizzazione morale com’è appunto la Chiesa cattolica romana. 


[1] Vedere i libri : “ Il segreto ancora nascosto” di Christopher A. Ferrara, e il libro “ Il Quarto segreto” di Antonio Socci.